L’amministrazione Biden annuncia un obiettivo ambizioso: soddisfare con il solare il 45 per cento del fabbisogno energetico degli Stati Uniti entro il 2050.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha presentato di recente un ambizioso programma energetico: l’obiettivo è quello di arrivare a produrre poco meno di metà dell’energia elettrica nazionale con sistemi fotovoltaici entro il 2050.
Per la metà del secolo, quindi, l’energia solare soddisferà il 45 per cento della domanda di energia: un salto incredibile per questo tipo di tecnologia, se consideriamo che nel 2020 l’energia del sole ha rappresentato appena il 4 per cento del mix energetico degli Stati Uniti.
Per raggiungere tale traguardo è necessario che la nazione nordamericana installi annualmente il doppio dei pannelli fotovoltaici entrati in funzione nel 2020, e che lo faccia ogni anno per quattro anni. Ed entro il 2030 occorrerà raddoppiare ancora il numero degli impianti.
Deploying more solar energy by 2035☀️can help American communities by:
🔌Powering 40% of the U.S.' electricity ⚡️Decarbonizing the grid 👷Employing as much as 1.5M people
Nel programma condiviso l’8 di settembre dal dipartimento dell’Energia, si legge che un aumento del genere è in linea con quanto richiesto dagli esperti del clima per evitare che la crisi climatica diventi davvero irrecuperabile. Inoltre, il report è coerente con i piani climatici ed energetici annunciati da Joe Biden durante la sua campagna dell’anno scorso, quando ha affermato di voler portare a zero le emissioni nette del settore energetico entro il 2035.
A pochi mesi dal suo insediamento come presidente, inoltre, Biden aveva annunciato un piano economico per una transizione energetica concentrata anche sull’installazione di impianti eolici offshore e sulla conversione all’elettrico di tutte le auto vendute entro il 2030.
Rete elettrica da rifare
Molti degli investimenti previsti serviranno per convertire la rete elettrica esistente, costruita per fornire l’energia generata da centrali a carbone, gas naturale e nucleari: la nuova rete sarà completamente differente e dovrà prevedere l’utilizzo di batterie, nuove linee di trasmissione e altre tecnologie capaci di assorbire l’elettricità quando splende il sole e di inviarla da una angolo del paese all’altro.
A proposito, alcuni recenti disastri naturali hanno dimostrato tutta la debolezza dell’attuale sistema energetico. L’uragano Ida, ad esempio, ha inferto un duro colpo alla rete elettrica in Louisiana, dove centinaia di migliaia di persone sono senza corrente da giorni. Allo stesso modo, lo scorso inverno, un’ondata di gelo ha lasciato gran parte del Texas senza elettricità. E nell’estate 2020, oltre 200mila californiani rimasero senza energia elettrica a causa dell’uso eccessivo di condizionatori d’aria.
Il solare è la fonte più economica
Sul solare, il dipartimento americano ha evidenziato quanto i pannelli fotovoltaici siano oggi una scelta molto più economica rispetto a dieci anni fa, tanto da rappresentare oggi giorno la forma di energia più economica negli Stati Uniti. Ma, costi a parte, quel che manca al piano annunciato da Biden sono i dettagli su come il suo governo intenda raggiungere gli obiettivi. Il New York Times, ad esempio, fa notare che è stata fornita un’ampia panoramica di intenti ma i passi decisivi andranno decisi al congresso (dove peraltro, fa sapere la testata, si sta lavorando a un disegno di legge bipartisan per sbloccare 3,5 miliardi di dollari da investire in energia e infrastrutture).
In realtà, qualche concreto suggerimento Biden lo aveva già condiviso ad aprile, quando ha dichiarato di voler offrire incentivi alle società per incoraggiare la conversione al fotovoltaico. Sempre ad aprile, il presidente americano si è augurato che anche le amministrazioni locali inizino a rilasciare con più facilità i permessi per l’installazione di pannelli sopra i tetti delle abitazioni o per la costruzione di parchi solari. Quel che è certo è che la direzione è stata indicata. Ora, però, bisogna accelerare sui fatti.
Dopo Microsoft, anche Google stringe un accordo energetico con il settore nucleare. Intanto, il fabbisogno dell’ia continua a crescere, crescere, crescere.
Le principali compagnie petrolifere abbandonano l’obiettivo di ridurre la produzione di petrolio e gas. L’ultimo annuncio in questo senso arriva da Bp.
La capacità rinnovabile globale crescerà di 2,7 volte entro il 2030, superando le ambizioni dei Paesi di quasi il 25%. Ma è ancora lontana dal triplicarsi.
Il 30 settembre, la Ratcliffe-on-Soar, la 18esima centrale più inquinante d’Europa, ha smesso di bruciare carbone. D’ora in poi produrrà idrogeno verde.
L’energia solare continua a battere tutti i pronostici. Per Ember, il fotovoltaico supererà, a livello globale, la maggior le previsioni del settore nel 2024.
Il leader dell’Azerbaigian, che a novembre ospita la Cop29, è stato accolto in Italia come un partner strategico. Cruciali le intese sul gas. Ma non sono mancate le critiche degli attivisti per la linea dittatoriale che continua a perseguire.