Gli Stati Uniti torneranno entro poche settimane nell’Accordo di Parigi sul clima. Come promesso, il nuovo presidente Joe Bidenha avviato la procedura per far tornare il proprio paese al fianco dell’immensa maggioranza delle nazioni di tutto il mondo. Ora la diplomazia americana farà pervenire una lettera ufficiale all’Unfccc, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, e dopo un mese le delegazioni statunitensi potranno tornare a partecipare ai negoziati per l’applicazione concreta dell’Accordo.
Biden Day 1 planned actions:
• Rejoin Paris Agreement • Repeal Trump travel ban • Halt border wall construction • Mask mandate • Extend eviction freeze • Unveil immigration plan • Extend student loan pause • Revoke permit for Keystone XL pipelinehttps://t.co/qBPWklkEos
L’uscita dall’Accordo di Parigi sul clima voluta nel 2017 da Donald Trump
Donald Trump aveva annunciato al mondo la volontà di abbandonarlo nel giugno del 2017 , confermando le proprie posizioni risolutamente climatoscettiche. Per uscire dall’Accordo, però, la procedura prevista dalle Nazioni Unite ha necessitato di anni. E si è concretizzata nel novembre del 2020, proprio quando gli americani votavano per le elezioni presidenziali che hanno incoronato il democratico Biden.
Va detto che negli anni della presidenza Trump, in ogni caso, le delegazioni americane che hanno partecipato alle Cop, le Conferenze mondiali sul clima delle Nazioni Unite, hanno spesso ostacolato i negoziati. L’uscita politica, in altre parole, ha preceduto quella formale.
Il piano di Biden per clima e ambiente da 2mila miliardi di dollari
Ciò che il mondo si attende ora dagli Stati Uniti è che il rientro politico preceda quello formale. La prossima Cop 26 è prevista infatti nel mese di novembre a Glasgow. La sfida che Joe Biden ha di fronte a sé è quella di far arrivare il proprio paese all’appuntamento con degli avanzamenti concreti già avviati.
Il piano presentato in campagna elettorale dal politico democratico lascia ben sperare: si prevede di avviare gli Stati Uniti verso una produzione di energia al 100 per cento da fonti rinnovabili e di raggiungere la carbon neutrality, l’azzeramento delle emissioni nette di CO2, entro il 2050. Biden inoltre ha promesso di ripristinare le leggi sulla protezione di ambiente e clima che aveva adottato Barack Obama nel corso dei suoi due mandati, e che sono state in tutto o in parte cancellate da Trump. Il tutto con un finanziamento epocale, da 2mila miliardi di dollari. La speranza è che le aspettative non vengano deluse.
Biden cancella anche il controverso progetto di oleodotto Keystone XL
Il successore di Donald Trump ha inoltre decretato la fine del controverso progetto di oleodotto Keystone XL. Un’opera gigantesca, il cui obiettivo era di sfruttare una delle fonti fossili in assoluto più pericolose per l’ambiente e per il clima: il petrolio estratto dalle sabbie bituminose nella provincia canadese dell’Alberta. La pipeline era stata bloccata una prima volta dal presidente Barack Obama, nel 2015. Quindi rilanciata proprio dall’amministrazione Trump.
The Keystone pipeline is & always has been a disaster. I'm delighted that Joe Biden will cancel the Keystone permit on his first day in office. With all of the major crises facing America, we must never lose sight of the most existential threat facing our planet: climate change. https://t.co/8lDZDOgsVy
“Accogliamo con favore l’impegno del presidente Biden nella lotta contro i cambiamenti climatici, ma siamo delusi dalla decisione presa sul Keystone XL”, ha commentato il primo ministro del Canada, Justin Trudeau. Secondo il quale “i lavoratori dell’Alberta, della Saskatchewan e dell’intero Canada avranno sempre il nostro sostegno. Siamo il primo fornitore di energia degli Stati Uniti e, pertanto, contribuiamo alla sicurezza e alla competitività economica americana, sostenendo l’occupazione da entrambi i lati della frontiera”. La delusione di Ottawa è dunque palpabile. Non a caso, il primo leader straniero con il quale Biden ha appuntamento è proprio Trudeau.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.