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Stati Uniti, a Toledo si vota per salvare il lago Erie dall’inquinamento
Il lago Erie, nell’Ohio, è minacciato dall’inquinamento. Un referendum potrebbe riconoscere al bacino una personalità giuridica, al fine di difenderlo.
Dei cinque grandi laghi dell’America del Nord è il più piccolo. Ma sulle sue rive, tra Stati Uniti e Canada, abitano ben 13,5 milioni di persone. Il lago Erie è infatti il tredicesimo al mondo per superficie. Per questo la sua salute è al centro delle attenzioni della popolazione locale. In particolare quella dell’agglomerazione di Toledo, nell’Ohio, che conta circa 600mila abitanti.
Da anni il lago Erie è ciclicamente invaso da alghe tossiche
Questi ultimi saranno chiamati nella giornata di oggi, martedì 26 febbraio, a pronunciarsi in un referendum. Obiettivo: introdurre il “Lake Erie Bill of rights”. Ovvero la Dichiarazione dei diritti del lago Erie. Una procedura prevista dalla Costituzione dello stato federale americano. In altre parole, si tratta di conferire al bacino una “personalità giuridica”. Un riconoscimento che consentirebbe, secondo i promotori dell’iniziativa, di difenderlo da coloro che, con le loro attività, lo mettono in pericolo. In termini concreti, infatti, qualora dovessero vincere i “sì”, si potrebbero denunciare più facilmente le aziende che inquinano il lago.
L’idea è stata lanciata dai “Toledani per l’acqua sicura” un gruppo di cittadini sostenuti dal Community environmental legal defense fund, una ong che da anni assiste municipi e comunità che vogliono perorare le loro cause di fronte ai giudici.
La situazione del lago Erie è precipitata nel 2014. All’epoca, i tassi di agenti inquinanti furono talmente alti da far sì che, per alcuni giorni, la stessa acqua utilizzata in città risultasse contaminata. “Dopo parecchi anni, delle alghe blu-verdi continuano a svilupparsi, soprattutto in estate”, spiegano le autorità canadesi. Ciò a causa della presenza di fosforo proveniente da rigetti urbani e rurali.
Our water supply was once shut off due to toxic algae in Lake Erie: pic.twitter.com/wkqsl8VOOY
— BB (@BioBounce) 24 febbraio 2019
Il lago Erie in alcuni periodi diventa fosforescente
Un reportage del quotidiano francese Le Monde racconta che, nei momenti peggiori, il lago visto dall’alto assume una colorazione fosforescente. E la consistenza dell’acqua diventa “simile a quella della vernice o di una zuppa densa”. Anche punto di vista sanitario la situazione è preoccupante: le alghe possono risultare tossiche e provocare problemi dermatologici, digestivi e neurologici. “In alcuni casi, possono rivelarsi perfino mortali”, prosegue il giornale transalpino.
Leggi anche: In Nuova Zelanda il fiume dei maori avrà i diritti di un essere umano
L’idea di conferire una personalità giuridica al lago non è nuova. Già nel 1972, la Corte suprema degli Stati Uniti affermò che la natura doveva essere considerata alla stregua di una persona, al fine di poterla difendere. Più di recente, in Nuova Zelanda, il fiume Whanganui https://www.lifegate.it/persone/news/nuova-zelanda-fiume-maori-conquista-personalita-giuridica, ritenuto sacro dai Maori, ha ottenuto il riconoscimento dopo una lunghissima battaglia legale.
Satellite images capture the #algae bloom in Lake Erie in 2017. The algae bloom is caused in part by phosphorous #runoff from farms and poses a #Health risk.#ClimateChange #ClimateAction #TuesdayThoughts #TuesdayMotivation #FFF #1o5C #XR #pollution https://t.co/7ZPzLTbj4Q
— Green Planet (@elizabeth_ruler) 19 febbraio 2019
I precedenti in India e Nuova Zelanda
In India, poi, è stato fatto lo stesso con il Gange e con uno dei suoi affluenti: la Yamuna. E ora, sulla scia di Toledo, anche in Colorado, New Hampshire e Oregon si studia la possibilità di far valere giuridicamente i diritti della natura. Prima, però, occorrerà vincere il referendum. Ad opporsi alla proposta ci sono le industrie inquinanti, le aziende che praticano l’agricoltura intensiva e la Camera di commercio, secondo quanto riferito dalla stampa locale. Così, gli abitanti della città vengono bombardati da giorni con messaggi pubblicitari che promuovono il “no”. La battaglia non sarà dunque semplice.
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