Gli Stati Uniti sud-occidentali e il Messico stanno vivendo il peggiore episodio di siccità mai registrato nell’intera America settentrionale da 1.200 anni. A spiegarlo è uno studio pubblicato il 14 febbraio sulla rivista scientifica Nature Climate Change, nel quale si indica a chiare lettere come la mancanza di precipitazioni sia stata aggravata dai cambiamenti climatici.
February 8 #DroughtMonitor: Moderate to exceptional drought covers 46.5% of the United States including Puerto Rico. Abnormal dryness and drought are currently affecting over 138 million people—about 44.5% of the population. https://t.co/hs7rCpQMsYpic.twitter.com/QCFvNz06FA
I ricercatori autori dell’analisi precisano che l’episodio – che non dà tregua all’area ormai dall’inizio del millennio – proseguirà probabilmente ancora nel corso del 2022. “Il periodo tra l’estate del 2000 e quella del 2021 è stato il più secco almeno dall’anno 800 dopo Cristo. E in particolare lo scorso anno la siccità ha raggiunto un grado di severità eccezionale”.
Proprio a causa dell’esacerbarsi della situazione nel 2021, l’episodio ventennale è ormai ritenuto peggiore di quello che si produsse alla fine del sedicesimo secolo, secondo quanto specificato da un comunicato dell’università Ucla di Los Angeles, i cui scienziati hanno curato la ricerca. Per ritrovare un caso altrettanto grave occorre dunque risalire a 1.200 anni fa.
Gli stessi ricercatori hanno precisato inoltre che il tasso di umidità presente nel suolo è due volte inferiore rispetto a quello registrato, in media, in tutti gli altri casi di siccità che si sono presentati nel corso del ventesimo secolo. Una situazione talmente grave da far sì che, anche in caso di ritorno delle precipitazioni, gli impatti dureranno ancora a lungo in tutta l’area che va – da nord a sud – dal Montana meridionale fino al Messico settentrionale e – da ovest e est – dal Pacifico alle Montagne rocciose.
Senza i cambiamenti climatici la siccità sarebbe stata molto meno grave
Park Williams, geografo e principale autore dello studio ha confermato in questo senso che “è poco probabile che questa siccità possa essere superata semplicemente grazie ad un’annata piovosa”. Lo stesso scienziato ha infine precisato che “senza il peso dei cambiamenti climatici, gli ultimi 22 anni sarebbero stati comunque i più secchi degli ultimi tre secoli”. Ma per lo meno non si sarebbe arrivati ai picchi attuali.
Il riscaldamento globale, infatti, secondo lo studio sta moltiplicando gli episodi di caldo estremo e sta perturbando il ciclo normale delle precipitazioni. Ed è per questo responsabile del 42 per cento del calo dell’umidità del suolo nell’area oggetto di studio.
Secondo i dati preliminari il 2023 è stato un anno anomalo, in cui l’assorbimento netto della CO2 da parte degli ecosistemi terrestri si è quasi azzerato.
La comunità energetica nata all’inizio degli anni Duemila è diventata un porto sicuro nella Florida esposta alla minaccia degli uragani, grazie a una pianificazione efficiente basata su innovazione e fonti rinnovabili.