Il 26 agosto un uomo ha aperto il fuoco nel parcheggio di un supermercato della catena Dollar General a Jackonsville, in Florida. Ha ucciso tre persone, tutte nere.
Stati Uniti, il numero di persone uccise dalla polizia nel 2021 è da record
Nel 2021 gli agenti di polizia statunitensi hanno ucciso 1.055 persone, il numero più alto dal 2015. Solo il 15 per cento delle vittime era armato.
- Sono più di mille gli americani che hanno perso la vita negli scontri a fuoco con la polizia che si sono verificati nel 2021.
- Lo rivela il Washington Post che, dal 2015, tiene traccia di questi tragici episodi.
- La speranza è che nei prossimi anni si comincino a vedere gli effetti delle leggi approvate dopo l’omicidio di George Floyd.
Durante gli scontri a fuoco avvenuti sul suolo statunitense nel 2021, le forze dell’ordine hanno ucciso 1.055 persone. Si tratta di una cifra da record, la più alta dal 2015, anno in cui il quotidiano Washington Post ha cominciato a tenere traccia delle sparatorie mortali. Il 94 per cento delle vittime era di sesso maschile; il 14 per cento soffriva di disturbi mentali noti; solo il 15 per cento era armato.
Anche una bimba fra le vittime
Fanta Bility, di soli otto anni, è rimasta coinvolta in una sparatoria fuori da una scuola di Sharon Hill, in Pennsylvania. È il terzo minore sotto i dieci anni ucciso dalla polizia nel periodo 2015-2021. Anche la morte di Ma’Khia Bryant, adolescente afroamericana in affido familiare in Ohio, ha suscitato particolare indignazione. Dopo una chiamata di emergenza, uno dei poliziotti giunti sul posto le ha sparato quattro volte pensando che avesse con sé un coltello. Dopo questo episodio, le proteste hanno infiammato varie città del paese.
Il 16 per cento delle persone uccise con armi da fuoco nel 2021 è stato colpito dopo la risposta degli agenti a una chiamata per violenza domestica. Nell’11 per cento dei casi è stato invece contattato il 911, il numero di emergenza valido negli Stati Uniti.
Il database del Washington Post
Di anno in anno, il numero di morti è aumentano in maniera lenta ma costante. Il Post ne riporta:
- 1.021 nel 2020
- 999 nel 2019
- 998 nel 2018
- 987 nel 2017
- 963 nel 2016
- 995 nel 2015
Secondo i matematici, questo andamento può essere spiegato in base alla distribuzione di Poisson, un principio della teoria delle probabilità secondo cui la quantità di eventi indipendenti e non comuni in una vasta popolazione rimarrà piuttosto stagnante in assenza di grandi mutamenti sociali. Questo indica che il comportamento degli ufficiali di polizia non è cambiato negli ultimi anni, come suggerisce Andrew Wheeler, criminologo e data scientist. Fa riflettere il fatto che il 20 per cento degli scontri fatali avvenuti nel 2021 sia stato ripreso dalle body cam indossate dagli agenti, la percentuale più alta dal 2015. Va detto che non tutti i dipartimenti esaminano costantemente i filmati, e che raramente questi vengono resi pubblici.
Nonostante tutto, c’è un barlume di speranza
Nonostante la pressione crescente da parte dell’opinione pubblica in seguito all’omicidio di George Floyd, afroamericano assassinato nel 2020 dall’agente Derek Chauvin a Minneapolis, negli ultimi due anni c’è stato un picco di violenza negli Stati Uniti, anche a causa delle tensioni dovute alla pandemia che stiamo vivendo, ma parte dei fondi allocati proprio per superare la crisi economica e sanitaria sta venendo utilizzata dai sindaci per mettere a punto dei programmi di prevenzione del crimine.
Sono più di 400 i progetti di legge che sono stati introdotti nelle legislature statali lo scorso anno per contrastare l’uso eccessivo della forza da parte degli ufficiali. I vari dipartimenti hanno rafforzato la loro collaborazione con esperti di salute mentale per garantire assistenza adeguata a coloro che ne hanno bisogno. In molte città, inoltre, sono state istituite commissioni disciplinari per valutare gli incidenti relativi all’abuso di potere.
Come suggerisce Franklin Zimring, professore di legge all’università californiana di Berkeley, politiche adottate ora potrebbero necessitare di anni prima di poter fare la differenza a livello statistico. Quindi, la speranza è che i loro effetti comincino a vedersi nel prossimo futuro.
Il razzismo resta uno dei problemi principali da risolvere
Esaminando il database del Washington Post, si evince che gli afroamericani vengono uccisi a un tasso più che doppio rispetto ai bianchi. La stragrande maggioranza delle persone assassinate nel tempo è di sesso maschile – oltre il 95 per cento. Più della metà delle vittime ha tra i venti e i quarant’anni. Gli stati maggiormente interessati sono Nuovo Messico, Alaska e Oklahoma.
Nel 2022 i morti sono già 86. Una cifra che sale a 2.201 se si considerano tutti gli individui uccisi con un colpo d’arma da fuoco sul territorio nazionale, anche quelli che non sono rimasti coinvolti in uno scontro con la polizia. È davvero spaventoso. Perché l’America è considerata “patria della libertà”, se non si è liberi di andare in giro senza temere per la propria vita?
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Ad aprire il fuoco in Virginia è stato un 19enne, fermato dalla polizia.
Nel 2023 ci sono già state 130 sparatorie di massa negli Stati Uniti, con decine di morti. I dati sono in peggioramento ma una riforma sul tema è lontana.
Il 2023 negli Stati Uniti si è aperto a colpi di arma da fuoco: già 49 sparatorie con 87 vittime. In tutto il paese ci sono 120 pistole ogni 100 abitanti.
Quasi 500 persone sono state uccise in sparatorie e omicidi di massa negli Stati Uniti nel 2022. Le vittime più recenti sono quattro cittadini di Memphis.
La Camera statunitense ha votato un pacchetto sul controllo delle armi. Una mossa prettamente politica, perché difficilmente diventerà legge.
Martedì 24 maggio c’è stata una sparatoria in una scuola elementare in Texas, la 27esima dall’inizio dell’anno e la più grave nella storia dello stato.
Tra il 2019 e il 2020, i decessi correlati alle armi da fuoco fra gli adolescenti statunitensi sono aumentati del 30 per cento.
L’accusa sostiene che le armi prodotte negli Usa favoriscano il dilagare della violenza in Messico, con il benestare delle compagnie.