Nel pomeriggio del 22 marzo un ventunenne ha aperto il fuoco in un supermercato di Boulder, in Colorado. Le vittime della sparatoria sono almeno dieci.
Lunedì 22 marzo un uomo armato ha ucciso almeno dieci persone in un supermercato di Boulder, in Colorado, negli Stati Uniti. Secondo i testimoni, l’uomo avrebbe aperto il fuoco prima nel parcheggio e poi all’interno del supermercato sparando con un fucile semiautomatico di tipo Ar-15. Il presunto killer, arrestato dalla polizia, è il ventunenne Ahmad Al Aliwi Alissa, residente ad Arvada, in Colorado.
Le vittime della sparatoria
Una delle vittime è Eric Talley, il primo agente di polizia ad arrivare sul posto. Le altre nove persone uccise avrebbero dai 20 ai 65 anni. Il capo della polizia di Boulder, Maris Herold, ha descritto le azioni di Talley come “eroiche”. Talley era un agente del dipartimento di polizia di Boulder dal 2010. Padre di sette figli, aveva intenzione di diventare un operatore di droni, un lavoro che considerava meno rischioso.
La sparatoria è cominciata alle 14:30 (ora locale) nel supermercato King Sooper di Boulder, una città a cinquanta chilometri dalla capitale Denver. Un uomo, Dean Schiller, ha ripreso in diretta la sparatoria caricando poi il video su YouTube, dove è stato visto da più di 30mila utenti. Schiller è stato fortemente criticato sia per aver potenzialmente diffuso informazioni strategiche sia per aver ripreso tre persone che giacevano a terra.
La settima sparatoria in una settimana
La strage riapre il dibattito sulla necessità di una legislazione più stringente riguardo al possesso di armi negli Stati Uniti. Secondo le ricostruzioni dell’emittente locale Cnn, ci sono state sette sparatorie in una sola settimana: il 16 marzo otto persone, molte delle quali di origine asiatica, sono state uccise in una serie di conflitti a fuoco ad Atlanta. Altre sparatorie sono avvenute il 17 marzo in California e il giorno successivo in Oregon. Il 20 marzo, infine, sono stati registrati tre diversi attacchi a Houston, Dallas e Philadelphia.
Il gruppo Everytown for gun safety, che svolge ricerca e attività di sensibilizzazione sul tema della violenza connessa alle armi, sta facendo pressioni sul Senato affinché siano effettuati maggiori controlli preventivi su chi acquista fucili e pistole.
Il governo statunitense non dispone di un sistema centralizzato per tenere traccia delle sparatorie di massa. Tuttavia, secondo i dati del Centers for disease control and preventionnel 2019 quasi 40mila persone sono state uccise con armi da fuoco.
Atlanta deserves better. Boulder deserves better. America deserves better.
L’attacco di lunedì porta alla memoria altre tragiche sparatorie avvenute in Colorado. Nel 2012 un uomo fece irruzione in un cinema di Aurora uccidendo 12 persone e ferendone 70. Nel 1999 due studenti uccisero 12 compagni e un insegnante alla Columbine high school prima di togliersi la vita.
Drogata e stuprata per anni, Gisèle Pelicot ha trasformato il processo sulle violenze che ha subìto in un j’accuse “a una società machista e patriarcale che banalizza lo stupro”.
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