Alla fine di un’estate già segnata dalla pandemia di nuovo coronavirus e da una crisi internazionale come poche altre, gli Stati Uniti cercano di arginare i danni causati da una natura sempre più anomala. Dalla tempesta tropicale Henri, che ha colpito la costa est dal Maine al New Jersey, alle alluvioni in Tennessee fino all’uragano Grace, che nel vicino Messico ha già causato otto vittime, nelle ultime settimane il paese si è trovato ad affrontare una serie di fenomeni meteorologici estremi e difficili da controllare.
Henri, la tempesta tropicale
Il primo evento a preoccupare cittadini e autorità statunitensi è stato Henri, inizialmente definito come uragano ma poi ridimensionato a “tempesta tropicale”.
Henri ha avuto origine a metà agosto nell’area delle Bermuda, nel mezzo dell’oceano Pacifico, e si è poi spostato piuttosto rapidamente verso nord, raggiungendo la costa est degli Stati Uniti nel weekend tra il 22 e il 23 agosto. Da lì la tempesta si è abbattuta sulla regione del New England, lasciando 140mila abitazioni senza corrente elettrica e creando non pochi disagi in località turistiche gremite di visitatori. Nella città di Helmetta, in New Jersey, circa 200 residenti sono stati costretti a cercare rifugio in hotel o a casa di amici e parenti dopo che le loro abitazioni sono state completamente allagate.
Henri ha raggiunto la città di New York sabato pomeriggio, costringendo le autorità locali a interrompere improvvisamente, verso le 19:30, ilgrande concerto organizzato a Central Park per celebrare il “ritorno della Grande Mela” dopo lo stop forzato causato dalla pandemia di Covid-19. Le esibizioni di star come Bruce Springsteen, Paul Simon e Patti Smith sono state annullate, per fare spazio a piogge intense proseguite fino a notte fonda.
La tempesta si è poi spostata verso il Connecticut e il Massachusetts, e prima di allontanarsi dagli Stati Uniti ha toccato anche il Vermont, il New Hampshire e il Maine.
22 morti per le alluvioni in Tennessee
Il fine settimana è stato disastroso anche in Tennessee, nel sud-est degli Stati Uniti, dove forti alluvioni hanno causato almeno 22 vittime – tra cui anche due gemelli di sette mesi – e decine di dispersi.
I danni peggiori sono stati registrati nella contea di Humphreys, circa un’ora a ovest della capitale Nashville, dove sabato 21 agosto sono caduti più di 40 centimetri di pioggia. Le precipitazioni hanno iniziato a diminuire nella giornata di domenica, lasciando la contea e le aree circostanti in condizioni disastrate: abitazioni private, uffici e negozi sono stati completamente allagati e diverse auto sono state distrutte. Le linee telefoniche hanno smesso di funzionare e molte strade sono state danneggiate, complicando le operazioni di soccorso.
Il governatore del Tennessee Bill Lee, repubblicano, ha visitato le aree più colpite dal maltempo, mentre il presidente Joe Biden ha dichiarato lo stato di “grave catastrofe” (major disaster) nello stato e ha quindi ordinato l’invio di fondi federali per aiutare i residenti della contea di Humphreys.
Our hearts are with the many Tennesseans experiencing loss & heartbreak following yesterday's deadly floods. The loss of life & property damage is devastating, & many of our neighbors are still missing. Please keep these communities in your prayers. pic.twitter.com/4gCJXXsIZK
Un fine settimana senza pace anche per il Messico, dove tra giovedì e domenica l’uragano Grace ha colpito l’area dello Yucatan, popolare meta turistica soprattutto in questo periodo dell’anno, per poi spostarsi verso l’entroterra. Il governatore dello stato di Veracruz ha affermato che le piogge intense e i forti venti hanno causato almeno otto vittime, senza fornire ulteriori dettagli.
Si tratta dello stesso uragano che solo pochi giorni prima si era abbattuto su Haiti, complicando le operazioni di soccorso attivate per far fronte al terremoto di magnitudo 7,2 che il 14 agosto aveva fatto tremare l’isola causando più di duemila vittime.
Nos sumamos a las tareas de apoyo y asistencia a la población afectada por el paso del Huracán Grace en territorio veracruzano.
Uniendo esfuerzos demostramos el verdadero sentido de ser servidoras y servidores públicos. pic.twitter.com/RNXfldXGtj
— Contraloría General del Estado (@CGEVeracruz) August 22, 2021
Secondo gli esperti, a causa dei cambiamenti climatici gli uragani e le tempeste tropicali diventeranno fenomeni sempre più forti e sempre più frequenti. “È probabile che il riscaldamento globale dato dall’effetto serra incrementi l’intensità massima dei venti raggiungibile con i cicloni”, ha dichiarato alla Cnn Jim Kossin, senior scientist per l’organizzazione Climate service che si occupa di analisi dei dati per la modellazione del rischio meteorologico. Inoltre, a destare preoccupazione c’è anche il fatto che gli uragani tendono a muoversi sempre più lentamente, restando quindi fermi più a lungo su una singola area che, inevitabilmente, riporterà maggiori danni.
La tempesta tropicale Henri, le alluvioni in Tennessee e l’uragano Grace hanno danneggiato centinaia di abitazioni e causato decine di vittime. Le piogge sono finite, ma ci vorrà tempo per riparare i danni.
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Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
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