Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Stati Uniti, tornano in vigore i limiti imposti da Obama sulle emissioni di metano
Il Senato americano ha votato a favore della reintroduzione del regolamento sul metano risalente agli anni della presidenza Obama e abolito da Donald Trump.
Con 52 voti a favore e 42 contrari, il Senato degli Stati Uniti ha chiesto la reintroduzione dei limiti che l’ex presidente Barack Obama aveva imposto alle emissioni di metano – un regolamento successivamente abolito da Donald Trump, predecessore dell’attuale presidente Joe Biden.
Alla votazione, avvenuta mercoledì 28 aprile, anche tre repubblicani hanno espresso un parere favorevole. Il passaggio alla Camera previsto per il mese prossimo è da considerarsi una formalità, così come la firma di Biden – che all’epoca di Obama era vicepresidente.
Perché limitare le fughe di metano è fondamentale
Il metano, componente principale del gas naturale, resta nell’atmosfera per un periodo di tempo inferiore all’anidride carbonica, ma è di gran lunga più inquinante: in base alle stime, nei suoi primi vent’anni nell’atmosfera ha un potere 80 volte maggiore della CO2 di trattenere il calore. Per questo le Nazioni Unite hanno rivelato in un report quanto sia cruciale ridurne la dispersione.
In un comunicato la Casa Bianca ha definito il metano “un potente gas serra climalterante, responsabile di circa un terzo del riscaldamento globale”. Nella nota si legge anche che “combattere l’inquinamento da esso causato è un passo urgente ed essenziale”.
Gli obiettivi di Joe Biden
Biden ha infatti annunciato l’obiettivo di dimezzare, rispetto al 2005, le emissioni di gas serra prodotte dagli Stati Uniti entro il 2030. Il presidente sembra intenzionato ad impegnarsi maggiormente nella mitigazione dei cambiamenti climatici rispetto al suo predecessore: per prima cosa è rientrato nell’Accordo di Parigi sul clima, poi ha stanziato centinaia di miliardi di dollari per finanziare progetti legati alle fonti rinnovabili di energia.
“Quando il presidente avrà convalidato questa votazione, rappresenterà la prima mossa del Congresso e di questa amministrazione per rimettere sul tavolo le politiche legate al clima”, ha dichiarato Dan Grossman dell’Environmental defense fund. “Non è solo uno dei voti più importanti che questo Congresso abbia espresso”, ha aggiunto Chuck Schumer, senatore di New York. “È uno dei voti più importanti dell’ultimo decennio, in termini di lotta al riscaldamento globale”.
Biden però vuole andare oltre: col ritorno delle vecchie norme, le aziende saranno costrette a prevenire e monitorare le perdite di metano nei nuovi impianti di estrazione, ma lui sta facendo preparare anche nuove regole per imporre controlli sulle perdite dei siti già esistenti.
Al via una collaborazione con i produttori di gas naturale
Il dato particolarmente positivo è che anche molte delle aziende produttrici di gas naturale, tra cui Exxon, Shell e BP, sono d’accordo sulla necessità di stabilire delle limitazioni, perché hanno investito milioni di dollari per promuovere il gas in alternativa al carbone, e non vorrebbero che eventuali incidenti potessero minare questo messaggio e ridurre la domanda.
Ad essere maggiormente dubbiose sono le società più piccole: “L’impatto maggiore di regolamentazioni sugli impianti esistenti ricadrà inevitabilmente sui siti minori”, avverte Lee Fuller, vicepresidente esecutivo della Independent petroleum association of America. Per questo cercheranno nei prossimi mesi un dialogo con Biden per mettere a punto delle normative “flessibili”, ovvero che sappiano adattarsi all’interlocutore, sia esso un gigante o una piccola impresa.
Sappiamo che per vincere la battaglia per salvare il nostro Pianeta non bastano i buoni, ma servono anche “i cattivi”. Per questo è un segnale di grande speranza assistere a una collaborazione di questo tipo, che potrà davvero portare a dei risultati concreti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Pubblicate nella notte le nuove bozze di lavoro alla Cop29 di Baku, compresa quella sulla finanza climatica. Strada ancora in salita.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
La nuova edizione del Climate change performance index constata pochi passi avanti, da troppi paesi, per abbandonare le fossili. Italia 43esima.
Uno studio della rete di esperti MedECC e dell’Unione per il Mediterraneo mostra quanto il bacino sia vulnerabile di fronte al riscaldamento globale.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
Per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi ai loro impatti servono fondi. Alla Cop29 i Paesi sono molto distanti su quanto e chi debba pagare.
Il governo del Regno Unito ha scelto la Cop29 di Baku per annunciare il suo prossimo piano di riduzione delle emissioni di gas serra.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Cop29 a Baku, ha ribadito il proprio approccio in materia di lotta ai cambiamenti climatici.