Clinton o Trump? Il rischio brogli è reale? Ma soprattutto, quando stappare lo spumante per festeggiare la fine della campagna elettorale più lunga della storia? Una guida alle elezioni americane dell’8 novembre.
Chi sono gli altri candidati alla Casa Bianca oltre a Clinton e Trump
Jill Ellen Stein e Gary Earl Johnson sono gli altri due candidati americani alla Casa Bianca. Ecco chi sono i due sfidanti di Trump e Clinton che potrebbero decidere le sorti degli Stati Uniti.
Il dibattito politico sulle elezioni presidenziali americane 2016 non è circoscritto solo a ciò che si vede in tv. Lontano dagli studi televisivi, infatti, oltre a Donald Trump e Hillary Clinton ci sono altri due candidati a diventare presidente degli Stati Uniti d’America di cui si parla poco e per questo definiti outsider: Jill Stein e Gary Johnson.
Jill Ellen Stein
Già candidata alle presidenziali del 2012, Jill Ellen Stein è la leader del Partito dei verdi, del quale è entrata a far parte nel 2002. Nel suo programma ritroviamo molti dei temi cari alle nuove generazioni: la lotta ai cambiamenti climatici, i diritti sul lavoro e per le persone lgbt, la fine della povertà, sanità e educazione pubbliche e per tutti, la riforma della giustizia e della casa, il disarmo.
Gary Earl Johnson
Gary Earl Johnson è invece il candidato del Partito libertariano. Anche lui si era già presentato alle presidenziali del 2012, nelle fila del Partito repubblicano. Il programma di Johnson ha parecchi punti in comune con quello della sua sfidante green tra cui le sue posizioni a favore della legalizzazione della marijuana, dei matrimoni tra omosessuali e l’uscita in guerra da Afghanistan e Iraq.
Il voto delle nuove generazioni
I due “outsider” continuano a guadagnare voti, giorno dopo giorno: secondo i sondaggi di settembre Stein raggiungerebbe il 4 per cento mentre Johnson ottiene ben l’8 per cento. Benché sia quasi impossibile riuscire a vedere uno dei due candidati giurare davanti al congresso americano, il dato è rilevante e può destare preoccupazione, soprattutto per Clinton perché l’interessamento nei loro confronti da parte dei giovani più progressisti — intercettato da entrambi i candidati — sottrae voti alla rappresentante democratica: almeno il 10 per cento degli elettori di età compresa tra i 18 e 29 anni si è detto favorevole a un eventuale presidente del Green party. Addirittura il 26 per cento si schiera a favore del libertariano.
L’eredità di Bernie Sanders
Ma se c’è un erede di Bernie Sanders dopo la sua sconfitta alle primarie democratiche, questa è Stein. La leader dei verdi è una dottoressa laureata ad Harvard che da sempre si occupa di ecologia e conflitti ambientali: recentemente, ad esempio, si è schierata contro il progetto di realizzazione dell’oleodotto Dakota access pipeline unendosi alla protesta dei nativi americani e scendendo in piazza a supporto della Standing rock sioux. Per queste sue prese di posizione Stein esercita un certo fascino sui giovani ambientalisti e non è difficile immaginare che una parte degli elettori di Sanders preferiscano lei a Clinton.
La sua nomination è arrivata a inizio agosto tramite una piattaforma centrata proprio sulla lotta ai cambiamenti climatici, contro la guerra e contro le politiche a vantaggio della parte più ricca della popolazione americana e mondiale. “Clinton e Trump sono i candidati più detestabili e inaffidabili della storia americana e persino i loro sostenitori non li amano”, ha affermato. “La gente vuole altre possibilità di scelta”. E così Stein ha ufficializzato la sua candidatura.
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