Per la presidente di Federbio Mammuccini, alcuni disagi degli agricoltori sono oggettivi e comprensibili, ma le proteste contro il Green deal sono inammissibili.
In difesa delle api, l’impegno di Monini tra la campagna e la città
Dalle campagne pugliesi all’area metropolitana di Milano, Monini porta avanti il proprio impegno in difesa delle api. Per festeggiare i suoi primi cento anni, l’azienda ha deciso di sostenere il progetto Bee my Future di LifeGate.
Per le api, la primavera 2020 si sta rivelando davvero un periodo promettente. Mentre noi possiamo godere solo parzialmente degli alberi in fiore, a causa delle misure anti contagio rese necessarie per la pandemia di coronavirus, le piccole impollinatrici ronzano indisturbate tra i prati, favorite da temperature gradevoli e belle giornate di sole. E conquistano sostenitori preziosi. Da quest’anno, infatti, Monini ha deciso di partecipare al progetto Bee my Future di LifeGate tutelando diverse arnie. In occasione del centesimo compleanno, l’azienda ha voluto adottare 100mila api. Una scelta consapevole, che consentirà di tutelare questi insetti, importantissimi per la salvaguardia della biodiversità in agricoltura.
Le api e gli olivi di Monini
C’è un luogo in Puglia, nel cuore del Gargano dove le api vivono a contatto con gli olivi. Cosa significa ve lo abbiamo spiegato qui: tra gli olivi di Monini coltivati secondo il metodo biologico, le api possono prosperare senza temere che l’uso di sostanze chimiche di sintesi mini la loro sopravvivenza. E in cambio le impollinatrici fanno sì che la biodiversità sia più ricca.
Giugno 2019
Il maltempo di maggio non ha risparmiato nemmeno le belle terre di Puglia, dove si trovano gli oliveti che danno vita al buon olio biologico Bios di Monini. Grazie al ritorno del sole e alle temperature quasi estive, le api adottate dall’azienda hanno però ripreso il loro intenso lavoro e ora hanno anche la certezza di poter trascorrere le future stagioni ancora più comode e sicure.
Monini ha infatti deciso di donare alle api allevate nei pressi dei suoi oliveti biologici dall’apicoltore Matteo Maccarone dieci nuove arnie, dotate di fondo antivarroa. Si tratta di uno speciale “cassettino” zincato posto sotto la rete metallica in fondo all’arnia che permette di controllare lo stato di salute dell’alveare e di preservare gli insetti dall’infestazione delle varroe, parassiti pericolosi per le api.
Le nuove “casette” sono state donate in seno all’iniziativa “Le api e l’olio“, il concorso dedicato a tutti gli acquirenti dell’olio Bios di Monini, che fino al 30 giugno potranno partecipare all’estrazione di una delle 15 forniture annuali di olio Bios Monini e di miele da apicoltura biologica.
Marzo 2019
L’apicoltore Matteo Maccarone, che opera nel Gargano in prossimità degli oliveti biologici dove si produce Bios, l’extravergine biologico 100% italiano, ci ha mandato un bellissimo reportage per mostrarci il passaggio delle api dall’inverno alla primavera. Stagione che nel Gargano sembra già essere sbocciata da giorni.
L’apicoltore ci ha segnalato che le api sono uscite dalla stagione fredda in ottima salute e con notevoli quantità di miele di riserva. Nei prossimi giorni, verranno tolti alcuni telaini per lasciare più spazio all’ape regina in vista delle prossime covate e dell’ingrandimento della famiglia. Le api sono già in pieno fermento, attorno a sé hanno molte fioriture di cui vanno ghiotte: il pomo d’oro, un fiore tipico del Gargano facilmente distinguibile per la sua corolla gialla, e presto ci saranno i fiori di borraggine e di arancio. Attorno alle arnie si possono vedere dei bellissimi alberi da frutto che stanno fiorendo come limoni, aranci e olivi. Le api stanno raccogliendo il polline, soprattutto dai pomi d’oro che ne producono in grande quantità: questo rappresenta il principale alimento per le api operaie e i fuchi, a differenza dell’ape regina che si nutre fin dalla nascita e per tutta la vita, di pappa reale. C’è una quantità di polline tale che le api stanno già facendo scorte, hanno iniziato da quando la temperatura si è alzata stabilmente sopra i dieci gradi, iniziando così la loro attività primaverile, complice anche l’abbondanza di fioriture disponibili all’esterno.
I prossimi alberi da frutto a fiorire saranno i peri, i peschi e gli albicocchi. L’apicoltore ha già messo sulle arnie alcuni melari per iniziare la raccolta del miele in eccesso, ovvero il miele in sovrappiù rispetto a quello necessario alle api. Infine, a breve, l’apicoltore inizierà il trattamento anti varroa secondo il metodo biologico ovvero utilizzando l’acido salico che protegge le api da questo parassita che rappresenta una delle minacce principali per la loro vita. La varroa, infatti, tende ad attaccarsi allo stomaco degli impollinatori minandone il sistema nervoso e portandoli alla morte. L’apicoltore protegge le api da tutti questi pericoli, innanzitutto garantendo loro un ambiente incontaminato dove le produzioni sono solo biologiche e lontane quindi da agenti chimici di sintesi e da inquinanti e poi utilizzando lui stesso il metodo biologico applicato all’apicoltura che implica l’utilizzo di prodotti naturali sia per le arnie che per i trattamenti sanitari e l’ubicazione dell’apiario in una zona dove ci sono prevalentemente colture e vegetazione spontanea, lontane almeno tre chilometri da coltivazioni soggette a trattamenti chimici di sintesi e almeno mezzo chilometro da aree inquinate come autostrade e strade ad alta densità di traffico, impianti industriali e altre fonti di inquinamento.
Un’apicoltura nomade e biologica
Interessato all’apicoltura fin da bambino, Matteo Maccarone si è laureato alla Facoltà di Agraria di Napoli e con la moglie ha dato avvio a un allevamento di api nel carpinese seguendo le orme e i consigli di un apicoltore molto esperto della zona, che è diventato il suo mentore e gli ha affidato i segreti del mestiere. Oggi è un apicoltore professionista con 25 anni di esperienza alle spalle e un grande amore per le sue api.
Quella di Maccarone è un’apicoltura nomade: da fine febbraio a ottobre, finché il clima è mite, mantiene le sue 50 arnie a Carpino, nella località Monte Vernone a circa 400 m sul livello del mare e confinante con gli oliveti biologici di Monini. Da ottobre in poi le sposta invece verso il mare, nella zona di Rodi Garganico, dove le temperature più calde permettono la produzione di miele anche durante l’inverno perché le api (della specie Apis mellifera italiana) continuano a impollinare e produrre miele per la propria sussistenza. Maccarone conduce un’apicoltura biologica, grazie alla quale non vengono realizzati trattamenti sanitari sulle api se non quelli ammessi dal disciplinare biologico: ad esempio, per il trattamento anti varroa l’apicoltore utilizza solo l’acido salico senza ricorrere agli acaricidi. Le arnie inoltre sono realizzate con legno naturale di abete non trattato che all’interno viene propolizzato dalle api per garantire un ambiente sanificato per la regina. Grazie alla biodiversità del territorio e a un ecosistema protetto dall’inquinamento e dai pesticidi come quello degli oliveti Monini, le api sono in grado di produrre differenti tipi di miele, dalla menta all’arancio, dal timo al rosmarino, dall’asfodelo alla varruca e, ancora, al trifoglio, che Maccarone vende nei negozi e nei mercati di zona insieme a cera d’api e propoli.
L’adozione delle api
Comprare una bottiglia di Olio Bios Monini significa adottare 100 api e contribuire, insieme all’azienda, a sostenere l’apicoltura biologica carpinese: Monini infatti acquisterà il miele prodotto da Maccarone a sostegno diretto delle sue attività di protezione della natura attraverso l’apicoltura bio, che prevede l’utilizzo di soli materiali naturali e vieta la somministrazione di trattamenti sanitari sulle api, tranne quelli consentiti dal disciplinare del biologico.
Monini inoltre donerà a Matteo Maccarone 10 nuove arnie dotate di fondo antivarroa, un parassita molto diffuso in Italia che minaccia la vita delle api.
LifeGate e Monini, insieme per le api
La collaborazione tra LifeGate e Monini è nata dopo aver valutato i criteri di qualità, sicurezza, genuinità e trasparenza del processo produttivo dell’azienda, nonché la forte tradizione di Monini nel trattare con cura e serietà l’olio extravergine di oliva, ingrediente irrinunciabile della dieta mediterranea. LifeGate è partner scientifico e di comunicazione della campagna “Le api e l’olio”, ideata per valorizzare la presenza importante di api selvatiche e allevate in prossimità degli olivi biologici di Monini in Puglia. La campagna “Le api e l’olio” sottolinea quanto il prodotto Bios Monini sia sano, genuino e sicuro; utile alla sopravvivenza delle api, dunque “approvato” dalle stesse perché, proprio grazie alla coltivazione bio degli olivi Monini, le api trovano fiori in abbondanza e nessun pericolo per la loro salute. La campagna “Le api e l’olio”, valorizza la sinergia positiva esistente tra agricoltura biologica e vita delle api, che risulta invece essere a rischio quando in campo si fa uso di pesticidi chimici di sintesi.
Risultati 2018
Biomonitoraggio di api e ambiente
In particolare, è l’apicoltore Matteo Maccarone dell’azienda Apicoltura Carpinese di Carpino (Fg) che da anni predilige proprio i territori confinanti con Monini per godere di questa fondamentale sinergia che si crea tra api e oliveti biologici. E sul suo apiario, condotto in conformità con i principi del progetto Bee my Future di LifeGate, Monini ha applicato un’innovazione unica in Italia, ovvero il primo sistema non invasivo di biomonitoraggio per verificare lo stato di salute delle api e, tramite esso, anche quello dell’ambiente circostante. I dati sono in continuo aggiornamento (leggete in fondo all’articolo), mentre con il concorso “Le api e l’olio”, anche voi potrete partecipare all’iniziativa: fino al 30 giugno 2018 comprando una bottiglia di olio Bios Monini contribuirete all’adozione di 50 api. Inoltre, inserendo i vostri dati e quelli dello scontrino di acquisto sul sito monini.com, potrete vincere una fornitura annuale di olio Bios e una di miele da apicoltura biologica. Intanto scopriamo di più sull’apiario che viene monitorato.
I dati in aggiornamento
Dall’inizio del monitoraggio cominciato i primi giorni di aprile, i dati finora registrati ci confermano l’ottima salute di cui godono le api di Maccarone. La temperatura interna alle arnie è tra i 34 e i 35 gradi, valore che ci indica la presenza di covate perfettamente in linea con il ciclo biologico delle api. La temperatura esterna è invece tra i 9 e i 20 gradi: dopo le prime ore del mattino le piccole bottinatrici escono alla ricerca di polline e nettare, e lo fanno a ritmo altissimo, tanto da superare quaranta mila voli in un giorno per arnia.
Le arnie hanno un peso di circa quaranta chili ciascuna, decisamente sopra alla media, sintomo della grande attività di raccolta e produzione del miele, un indicatore importante sulla salute delle api e dell’ambiente, ma anche della grande ricchezza di biodiversità del territorio che stimola le bottinatrici a raccogliere una grande quantità e varietà di polline e di nettare.
L’unico elemento anomalo è il meteo: anche il sud d’Italia sta vivendo questa strana primavera intervallata da giorni di pioggia e temperature più basse che limitano, nei giorni più freddi, i movimenti delle api.
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