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Storia di Vito, il gatto bionico
Vito, il gatto bionico è un libro che narra la storia di un micio che ha perso l’uso delle zampe, ma è poi tornato a vivere grazie a delle protesi.
- Vito, il gatto bionico è un libro di Rizzoli che narra la storia di un felino vittima di un grave incidente.
- Dopo un’operazione ha ritrovato mobilità e vita grazie a due protesi particolari a “misura” di gatto.
Vito è uno strano gatto. Non solo ha molte vite – come tutti i gatti del resto – che lo hanno portato dalla Sicilia a Milano, passando per le montagne del Trentino, ma è anche un felino che si è inventato una nuova esistenza, sostituendo alle sue zampette inservibili un paio di protesi nuove di zecca che gli permettono di camminare e di svolgere tutte le normali attività quotidiane.
E la sua disavventura – per fortuna a lieto fine – ha aperto una strada agli animali che, come lui, hanno perso per incidenti o malattie l’uso degli arti. La storia di Vito, il gatto bionico è raccontata da Claudia Fachinetti, giornalista e scrittrice, con Silvia Gottardi e Linda Ronzoni, le due “mamme” del micio che hanno narrato la sua vicenda e le avventure. Eccola in sintesi per voi.
Quella di Vito è una storia vera
I gatti hanno molte vite, si sa, e Vito non fa eccezione. È stato un micio randagio in Sicilia, un gatto di montagna in Trentino e il boss del quartiere a Milano. Poi un incidente ha stravolto tutto e adesso è addirittura un gatto bionico. Non è sempre facile stare sui “trampoli”, si procede lentamente, un passo alla volta, ma Vito è ancora un provetto cacciatore e un gran giocherellone e può sempre contare sull’amore e sull’aiuto delle sue compagne umane, Silvia e Linda, e sull’amicizia della piccola Amelie e del suo cagnolino Ragù.
La storia di Vito, il gatto bionico è una storia vera. Il gatto ha persino una pagina Facebook in cui racconta le sue avventure e quelle di coloro che gli stanno intorno o che, come lui, hanno avuto bisogno dell’aiuto dell’uomo per ritrovare una nuova vita.
Un gatto dalle molte vite
Vito, gattino giocherellone e molto avventuroso, una notte girovagando per le vie di Milano, la città dove le vicissitudini della sua esistenza lo avevano portato, ebbe un incidente. Un brutto incidente che fece temere persino per la sua vita. Vito gridò, si lamentò, miagolò con la voce simile a quella di un bimbo come solo i gatti san fare, e si fece trovare. Per le ferite subite perse due zampine, ma non la sua grinta e la sua fame di cibo, avventure, esperienze. Ora è tornato a vivere più forte e combattivo di prima. Il carattere di questo indomito felino è venuto fuori alla grande proprio dopo l’incidente che lo aveva lasciato a terra in fin di vita. E la sua determinazione lo ha portato a riadattarsi sulle nuove zampine bioniche che ora gli permettono di vivere – quasi – come un gatto normale.
Merito anche di un veterinario eccezionale – Massimo Petazzoni – che ha operato il miracolo e che continua a salvare piccole grandi vite a quattro zampe con protesi e apparecchi che restituiscono la mobilità perduta. Perché certo non è sempre facile stare sui “trampoli”: si procede lentamente, un passo alla volta, ma Vito è ancora un provetto cacciatore e un gran giocherellone e incarna perfettamente il ruolo che i felini hanno avuto nei secoli. Quello di esseri indomiti e persino un po’ magici, in grado di resistere a traversie e incidenti, torture e fame per resuscitare come un’araba fenice a nuova vita e a diverse avventure. Perché – come scriveva Jules Verne – i gatti sono spiriti venuti sulla terra, e un gatto può camminare su una nuvola senza cadere. Come ha fatto Vito, boss del quartiere, ancora con noi per ricordarci che la vita è lotta, combattimento, speranza e una fede incrollabile nelle proprie capacità.
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