
La struttura andrà ad ampliare il già esistente canile della Muratella, e darà precedenza a chi ha adottato un animale da canili o gattili.
Le recenti vicende di due mucche, in Polonia e Olanda, ci ricordano ancora una volta quanto gli altri animali siano simili a noi.
Gli scienziati hanno appena iniziato a scalfire il campo della cognizione animale, ma le loro scoperte già ci impongono di guardare agli animali con occhi nuovi e, forse, a ripensare al dominio che la nostra specie esercita sulla maggior parte di loro. Lo studio dell’intelligenza degli animali è spesso caratterizzato dalla scoperta, talvolta amara, che le altre specie hanno desideri e sentimenti analoghi ai nostri. Tendiamo a sottovalutare, per evidenti motivi, il fatto che anche gli animali che mangiamo abbiano tanti aspetti in comune con noi. Ci sono storie che ci ricordano che la barriera che siamo soliti ergere tra noi e gli altri animali non è altro che un costrutto mentale. È il caso di due mucche coraggiose che, recentemente, hanno espresso un messaggio tanto banale quanto rivoluzionario: loro vogliono vivere.
Nel novembre dello scorso anno una giovane mucca di razza limousine è fuggita dalla propria stalla, in una fattoria al confine tra Polonia e Bielorussia, e si è unita a una mandria di bisonti europei (Bison bonasus) che vive nella foresta di Bialowieza, la foresta planiziale più antica d’Europa. Dopo il primo avvistamento, effettuato a novembre dall’ornitologo Adam Zbyryt, si riteneva che la mucca non potesse affrontare l’inverno polacco e avrebbe fatto presto ritorno alla sua stalla. Ma la mucca non aveva alcuna voglia di tornare indietro ed evidentemente i bisonti sono una buona compagnia e il richiamo della foresta troppo forte. L’animale è stato nuovamente osservato insieme alla mandria di bisonti verso la fine di gennaio. Gli esperti ritengono che, nonostante difficilmente riesca ad integrarsi bene nel branco, la presenza dei bisonti abbia salvato la mucca dagli attacchi dei lupi. La mucca potrebbe tuttavia costituire una minaccia proprio per i bisonti, eventuali accoppiamenti potrebbero infatti generare ibridi che contaminerebbero il patrimonio genetico della vulnerabile popolazione di bisonti di Bialowieza. Il destino della mucca fuggiasca è quindi quello di essere catturata prima della primavera. Sempre che riescano a prenderla.
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A quest’ora Hermien avrebbe dovuto già essere morta, il suo destino era infatti quello di essere macellata e trasformata in bistecche prima dello scorso Natale. Ma Hermien, mucca di razza limousine di tre anni, e il vitello Zus di morire non ne avevano alcuna voglia e, poco prima di essere trasferiti sul camion che li avrebbe condotti al macello, sono riusciti a fuggire. Il vitello è stato presto catturato ma la mucca è riuscita a darsi alla macchia, scomparendo tra i boschi dell’Olanda orientale. Da allora Hermien vive nei boschi ed è riuscita ad evitare ogni tentativo di cattura. La storia di Hermien ha toccato il cuore di molti olandesi, anche di Pieter van Vollenhoven, genero dell’ex regina Beatrice, e il partito animalista olandese ha raccolto in poche ore quasi 50mila euro tramite una raccolta fondi per permettere alla mucca, una volta catturata, di aver salva la vita e di trascorrere il resto dei suoi giorni in un santuario. Il coraggio di Hermien è stato dunque premiato e nessun camion la porterà più al macello, la aspetta il santuario De Leemweg, dove ritroverà Zus, anch’egli risparmiato, ammesso che riescano a stanarla dai boschi nei quali si è rifugiata e da cui esce solo di notte.
Queste storie ricordano quella della mandria di mucche ribelli che dal 2011 vive tra i boschi di Mele e Masone, nell’entroterra ligure. Le mucche, anch’esse di razza limousine, curiosa coincidenza, dopo aver vissuto anni allo stato brado per mantenere il terreno pulito allo scopo di prevenire gli incendi, avrebbero dovuto essere catturate e macellate. Ma, grazie alle abilità riemerse grazie ad anni di vita selvatica, sono riuscite a sfuggire ai loro inseguitori e tutt’ora vivono libere e selvagge tra le foreste liguri. Le storie di questi animali ci appassionano, rappresentano il riscatto degli ultimi e suscitano in noi una sorta di identificazione. Viene però naturale chiedersi perché queste vicende siano in grado di colpire a tal punto il nostro immaginario e l’opinione pubblica, mentre il destino dei milioni di animali che ogni giorno vengono condotti al macello ci sia completamente indifferente.
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