La disabilità come occasione. Lo sport paralimpico come possibilità di confronto. Giusy Versace, di ritorno da Rio, ci racconta traguardi, delusioni e tutta la fatica che sta dietro all’immagine di super donna con cui tutti la vedono
5 storie straordinarie dalle Paralimpiadi di Rio 2016
L’atleta ipovedente che va più veloce del campione “abile”. L’arciere che scaglia frecce con il piede destro. Le storie più incredibili delle Paralimpiadi.
Le Paralimpiadi di Rio 2016 rappresentano un momento per emozionarsi e per riflettere. Un meraviglioso interludio nella nostra quotidianità perfetto per scoprire un mondo spesso associato, a torto, unicamente a difficoltà e ostacoli. Le imprese più belle e incredibili sono immortalate nei volti di questi atleti. Ragazzi e ragazze, giovani e meno giovani, ricolmi di tenacia e forza di volontà.
Abdellatif Baka, ipovedente, ha corso più veloce del campione “abile”
Impossibile non cominciare con l’incredibile storia di Abdellatif Baka. La medaglia che gli è stata appesa al collo lunedì 12 settembre a Rio vale doppio. Il mezzofondista algerino, ventidue anni, ha tagliato il traguardo dei 1.500 metri, nella categoria T13 riservata agli ipovedenti, con il tempo di 3 minuti 48 secondi e 29 centesimi. Battendo così l’americano Matthew Centrowitz, campione olimpico tra i non disabili, che aveva disputato la stessa gara ad agosto chiudendo con il tempo di 3 minuti e 50 secondi netti.
David Brown, il primo a infrangere il muro degli 11 secondi
David Brown ha vinto la medaglia d’oro nei 100 metri piani “T11” (quelli riservati agli atleti affetti da gravi problemi alla vista). L’americano è diventato il primo uomo completamente cieco a correre la gara dei più veloci in meno di 11 secondi. Il cronometro si è infatti fermato a 10 secondi e 92 centesimi. Il record mondiale maschile, tra i “normodotati” appartiene al giamaicano Usain Bolt, stabilito a Berlino il 16 agosto 2009: 9 secondi e 58 centesimi.
Matt Stutzman, l’arciere che non sbaglia un colpo (col piede destro)
Le immagini di Matt Stutzman che con destrezza “impugna” arco e frecce con il piede destro, aiutandosi col mento, hanno fatto il giro del mondo. L’atleta statunitense ha deciso di fare questo mestiere per dare da mangiare alla propria famiglia. Era il 2009, e Matt si era trovato senza lavoro, depresso. “Un giorno – ha raccontato – mi sono ritrovato un arco e sono andato a caccia per trovare di che sfamare i miei figli. Non avrei mai potuto immaginare la strada che ho poi fatto”.
Beatrice “Bebe” Vio nella storia della scherma azzurra
Beatrice “Bebe” Vio, veneta, ha vinto la medaglia d’oro nel fioretto di categoria B. In finale ha superato la cinese Zhou col punteggio di 15 a 7. “Ancora non ci credo”, ha spiegato, raggiante. Tedofora quattro anni fa, nel frattempo ha inanellato una serie impressionante di successi: il titolo europeo a Strasburgo 2014, il campionato del mondo ad Eger nel 2015, i campionati europei a Casale Monferrato nello scorso giugno. E ora l’oro paralimpico. Eppure “Bebe” ha solo 19 anni.
Alex Zanardi sul tetto del mondo a 50 anni
Non finirà mai di stupire Alex Zanardi, ex pilota di Formula Uno che, dopo un gravissimo incidente nel quale ha perso entrambe le gambe, ha frantumato uno ad uno tutti i record. A 50 anni è ancora il migliore: a Rio 2016 ha conquistato l’oro nella cronometro H5. Titolo che aveva già vinto a Londra nel 2012. Semplicemente straordinario.
Immagine di apertura: ©Yasuyoshi Chiba/Afp/Getty Images
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Piogge di medaglie alle Paralimpiadi di ciclismo di Rio 2016: Alex Zanardi ma non solo, una grande giornata per il ciclismo paralimpico italiano. L’ex pilota di Formula Uno non ha smentito le attese e nella gara cronometro handbike H5 delle Paralimpiadi di Rio porta a casa l’oro, con il tempo di 26’36”81. “Dedico quest’oro a
La sostenibilità a Rio 2016. Le luci e le ombre, le controversie e le sfide future che hanno caratterizzato i Giochi olimpici di quest’anno.
I Giochi olimpici di Rio de Janeiro appena terminati sono stati caratterizzati, come tante altre edizioni, da diverse polemiche iniziali. Dall’inquinamento delle acque alla carenza di sicurezza le denunce mosse dai movimenti sociali brasiliani sono state molto partecipate. Però c’è una denuncia che è rimasta piuttosto in sordina e riguarda l’affidamento dell’acqua pubblica di Rio in mani private. Infatti
Immagini e momenti da ricordare, a Rio 2016, per quel che è successo sui campi di gara che, a volte, ci ha anche ricordato quante lotte, quante emozioni, quanti contrasti ci sono al di fuori di quei campi. La prima sfilata del Team olimpico dei rifugiati Rio 2016, 5 agosto Per la prima volta, sono
Una medaglia d’argento con protesta clamorosa alle Olimpiadi, in mondovisione, al Sambodromo di Rio. Secondo al traguardo nella maratona maschile, incrocia i polsi mimando le manette in segno di protesta contro il governo del suo paese, l’Etiopia. Questo è il gesto eclatante scelto dall’atleta Feyisa Lilesa, che, a Rio 2016 nella delegazione dell’Etiopia, spiega la
È di un compositore rifugiato siriano l’inno proposto per le Olimpiadi di Rio 2016 per il Team dei Rifugiati. Durante la cerimonia d’apertura di Rio 2016 al Maracanà erano lì, sventolando la bandiera con i cinque cerchi, a rappresentare un popolo di 63,5 milioni di persone sparso un po’ ovunque nel mondo, coloro che sono fuggiti dal proprio
Daniah Hagul Daniah Hagul ha 17 anni ed è l’unica donna libica che parteciperà alle Olimpiadi 2016 di Rio de Janeiro, nonché la prima donna nuotatrice della sua nazione a gareggiare dal 2011, anno della rivoluzione che portò alla cattura e all’uccisione del dittatore Mu’ammar Gheddafi. Vive a Malta, sostenendo che in Libia sarebbe impossibile portare
Survival International, ong che tutela i diritti dei popoli indigeni in tutto il mondo, si sta battendo per portare alla luce la situazione che affligge le tribù del Brasile. In vista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro l’organizzazione ha lanciato la campagna Fermiamo il genocidio in Brasile, chiedendo di proteggere i diritti delle tribù incontattate – che sono alcune delle popolazioni più