Dall’ecoansia a sensazioni positive di unione con la Terra. Conoscere le “ecoemozioni” ci aiuta a capire il nostro rapporto con ciò che ci circonda e come trasformarle in azione.
Striscia di Gaza. L’esercito israeliano ha usato pesticidi sulle colture palestinesi
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver irrorato i campi coltivati dai contadini palestinesi nelle vicinanze del confine con pesticidi per questioni di sicurezza.
Sarebbero colture all’interno della No gone zone, al confine con la striscia di Gaza, quelle ad essere state irrorate dall’esercito israeliano con diversi erbicidi. Lo rivela la testata online +972 che, una volta interpellato l’esercito, riporta una dichiarazione ufficiale: “L’irrorazione aerea di erbicidi e inibitori di germinazione è stata condotta nella zona lungo la recinzione di confine la scorsa settimana, al fine di consentire le operazioni ottimali di sicurezza”.
Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ma’an, il rilascio di pesticidi sarebbe continuato per tre giorni di fila dalle 6:00 del mattino fino alle 9:00, portando alla perdita di colture di prezzemolo, spinaci, piselli e fagioli nell’area di al-Qarrara, nella parte orientale di Khan Younis e nell’area di Wadi al-Salqa nel centro di Gaza. Un totale di 170 ettari di colture perdute.
L’esercito ha giustificato tale azione con la necessità di mantenere pulita l’area da eventuali ostacoli e migliorare la visuale dei soldati. Secondo quanto riporta sempre +972, la pratica di demolire costruzioni, tagliare alberi ed erbacce, sembra essere particolarmente comune.
Secondo Shai Grunberg, portavoce di Gisha, gruppo israeliano che si occupa di promuovere la libertà di movimento per i palestinesi a Gaza: “Spruzzare pesticidi per uccidere le colture, come aprire il fuoco verso persone di tutte le età e di genere nelle vicinanze del muro, mette a rischio la vita dei civili e preclude la sussistenza. In virtù del sostanziale controllo israeliano della Striscia di Gaza, il diritto internazionale impone di facilitare la vita normale”.
La Croce Rossa riporta l’agricoltura nella Striscia di Gaza
La notizia ha destato particolare attenzione in quanto alcune delle terre colpite sono le stesse dove la Croce Rossa ha lavorato, fin dalla tregua del 2014, per riportare l’agricoltura nelle immediate vicinanza del confine con Israele. Come raccontato da Mosa Al-Astal, padre di dieci figli, che in un articolo pubblicato da Icrc (International comittee of the red cross) dichiara di essere tornato a fare il contadino dopo la distruzione della sua terra durante il conflitto.
“Il progetto dell’Icrc mi ha spinto a coltivare ancora la mia terra. Ho deciso di piantare okra perché richiede meno acqua e produce raccolti per un periodo più lungo. Spero che altri agricoltori possano coltivare ancora la loro terra”, ha dichiarato lo scorso luglio.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dopo un mese di razionamenti, sono stati completati i lavori per la condotta provvisoria che porterà l’acqua dal fiume alla diga di Camastra, ma c’è preoccupazione per i livelli di inquinamento.
Il livello di inquinamento supera di 60 volte il limite fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il governo ha chiuse le scuole e ha invitato gli anziani a stare a casa.
Un’escursionista ha scoperto per caso un sito fossile risalente al Permiano, venuto alla luce a causa dello scioglimento di un ghiacciaio.
L’aviazione privata “vola” anche troppo: le emissioni nel 2023 hanno raggiunto le 15,6 milioni di tonnellate di CO2.
Le Azzorre hanno approvato una legge per istituire la più vasta Amp dell’Atlantico settentrionale, pari al 30% dell’oceano intorno all’arcipelago.
Sostenibilità e blue economy aprono nuove prospettive per le professioni del mare: intervista a Massimo Bellavista su Gen Z e green jobs del futuro.
Finanza etica e sostenibile catalizzano il cambiamento nella blue economy, creando nuove opportunità economiche e ambientali.
“Le imprese sanno come andare verso investimenti green, ma hanno bisogno di politiche chiare”, spiega Irene Priolo, presidente dell’Emilia-Romagna.