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Il cervello funziona meglio se l’aria è pulita, Strobilo studia le condizioni migliori
Anche l’attività cerebrale risente della qualità dell’aria che respiriamo: se è inquinata diventiamo meno lucidi. Su questo si concentra Strobilo.
- La neuroscienza applicata ha rilevato che con l’aumento della CO2 il cervello inizia a ridurre le proprie performance, ad esempio cala il livello di attenzione.
- Allo stesso modo, il livello di stress si abbassa quando si entra in contatto con il verde, il bosco, la natura.
- Strobilo raccoglie dati ambientali per creare le condizioni ottimali e migliorare il benessere e la performance delle persone.
C’è una cosa che facciamo ininterrottamente, in ogni istante, giorno e notte: respirare. L’aria apporta l’ossigeno di cui il nostro corpo ha bisogno ma, se la sua qualità è scadente, anche la nostra salute piano piano ne paga le conseguenze.
“L’inquinamento dell’aria che respiriamo nelle grandi città (e non solo) ha superato il livello di guardia da anni. Lo si vede dagli effetti che ha sulla salute delle persone e dalle misure dei parametri che non lasciano adito a dubbi. In molte città asiatiche è ormai impensabile vivere tutta la giornata all’esterno, ci si rifugia all’interno degli edifici in cui sono posizionati filtri e purificatori d’aria”, conferma Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate. “È il momento di aumentare la nostra consapevolezza su questo problema per aiutare tutti a migliorare gli ambienti in cui viviamo e lavoriamo: LifeGate vuole dare il suo contributo offrendo conoscenza e strumenti per agire consapevolmente”.
Anche il lavoro di Strobilo, startup innovativa dell’ecosistema di LifeGate Way, è particolarmente centrato su questo tema.
Il rapporto tra l’organismo e l’ambiente è al centro del lavoro di Strobilo
Strobilo è nata con l’ambizioso obiettivo di ristabilire il rapporto sano delle persone con l’ambiente che le circonda. E le neuroscienze offrono grandi potenzialità, come ci spiega il fondatore di Strobilo, Andrea Bariselli, psicologo e neuroscienziato con anni di esperienza nell’ambiente della ricerca clinica e applicata e appassionato della vita all’aria aperta.
Il nostro corpo è stato progettato per funzionare in un determinato ambiente con determinate caratteristiche e nel corso di migliaia di anni si è adattato. Se però l’ambiente esterno muta repentinamente, non è in grado di reagire in modo così veloce. La “grande accelerazione” dell’antropocene si declina su una serie di indicatori macro che riguardano il pianeta e di conseguenza impattano sulle condizioni di vita dell’uomo: aumento della popolazione, della concentrazione di anidride carbonica, del tasso di estinzione di specie animali e vegetali, della deforestazione. L’uomo si è allontanato sempre più dalla natura, ma il suo corpo è ancora progettato per stare nel verde. Lo dimostrano le neuroscienze: il cervello reagisce quando è esposto all’ambiente naturale, i livelli di stress sono più bassi e ci si trova più a proprio agio. È proprio da qui che prende spunto il lavoro di Strobilo.
Strobilo e le neuroscienze
Strobilo si definisce una “nature-tech company” che utilizza le tecniche più avanzate delle neuroscienze in combinazione con l’intelligenza artificiale per studiare la relazione tra gli esseri umani e il pianeta Terra. Dopo anni di lavoro nell’ambiente della ricerca clinica, nel 2021 Andrea Bariselli ha lanciato Strobilo, di cui è Ceo, insieme ad Achille Donati, dottore commercialista e responsabile finanziario della startup.
Per anni Bariselli ha studiato il modo in cui i neuroni si attivano quando sottoposti a uno stimolo, rilevando che ogni piccolo cambio nell’ambiente genera un impatto sul cervello. Le neuroscienze applicate mappano tali input e li correlano alla risposta cerebrale. Ora Strobilo fa un passo in più: sfrutta quella conoscenza per lavorare a ritroso, mettere le persone nelle condizioni di vivere nell’ambiente migliore, modulando ogni singola leva ambientale.
Strobilo mette in relazione all’interno di una piattaforma i dati ottenuti tramite elettroencefalogramma e i dati ambientali letti attraverso un apposito device di propria produzione. A questo punto entra in gioco la predittività: misurando l’ambiente, Strobilo è in grado di prevedere quali saranno i comportamenti delle persone e può usare questi dati non solo per correggere eventuali anomalie, ma per progettare gli spazi del futuro.
Come impatta l’ambiente sulle capacità cognitive delle persone
Una scarsa qualità dell’aria negli spazi chiusi genera una serie di alterazioni fisiche e cognitive, note come sindrome dei lavoratori o sick building syndrome. Tra le prime alterazioni ci sono stanchezza, alterazione del ciclo di sonno veglia, allergie, problemi respiratori, secchezza oculare; tra le seconde, meno facili da percepire, difficoltà di concentrazione, riduzione delle abilità di probem solving e affaticamento cognitivo.
Un esempio lampante è quello legato all’anidride carbonica, che è il principale indicatore della qualità dell’aria in spazi chiusi. La CO2 è tossica per l’uomo a una concentrazione del 2,5 per cento, ma già a partire da una concentrazione dello 0,08 per cento (800 ppm) le prestazioni, la concentrazione e il benessere risultano compromessi. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità considera il livello massimo di CO2 oltre il quale la nostra salute è a rischio tra 700 e 1.000 ppm. Allo stesso modo, c’è un livello limite per i composti organici volatili (Voc), elementi presenti soprattutto negli ambienti chiusi, tra cui troviamo etanolo, benzene, formaldeide e acetone e diclorobenzene.
Anche temperatura e umidità impattano sulla salute delle persone e sulle loro performance, per questo bisognerebbe mantenere un buon equilibrio di entrambe; il che giocherebbe anche a favore dell’efficientamento energetico. I livelli di soglia da mantenere in ambienti indoor sono di circa 20-23°C a un livello di umidità relativa del 30-60 per cento, variabili in base alla stagione.
Quando si parla di deterioramento cognitivo ci si riferisce al fatto che il cervello perde di lucidità, capacità di calcolo, planning strategico, lavora poco e male. Se siamo in grado di bonificare un ambiente e renderlo congruo, la performance migliora. In questo senso Strobilo affianca anche le aziende intenzionate a mettere i propri dipendenti nelle condizioni di lavorare al meglio, il che significa tutelare sia il loro benessere, sia la loro produttività. In realtà Strobilo si pone anche l’obiettivo di incidere sulle politiche pubbliche a livello più alto, fornendo dati e conoscenza ai decisori, a beneficio della salute dei cittadini.
Le analisi di Strobilo al festival Green&Blue
C’era anche Strobilo al festival Green&Blue che si è tenuto all’inizio di giugno 2022 al teatro Franco Parenti di Milano, e di cui LifeGate era partner.
Per una giornata intera incontri e dibattiti si sono susseguiti in due zone del teatro: la sala talk e il foyer. Strobilo ha permesso di analizzare l’andamento della concentrazione di CO2, Voc, temperatura e umidità in questi spazi e di conseguenza il livello di stress fisico e cognitivo a cui sono stati sottoposti il pubblico e i relatori.
Come si può vedere dai grafici, la giornata si è svolta senza picchi insalubri dal punto di vista dello stress termico nelle due aree, mentre entrambi i valori di anidride carbonica e componenti volatili hanno superato la soglia raccomandata.
Strobilo propone due soluzioni, una a breve e una a lungo termine. Nell’immediato, aprire le finestre permette di garantire un ricircolo d’aria alla sala che andrebbe a ridurre sia lo stress termico sia la concentrazione di CO2 e Voc. Nella fattispecie, sarebbe opportuno anche prevedere una pausa tra un panel e l’altro, durante la quale le persone possono lasciare la stanza e favorire la riduzione di concentrazione degli inquinanti. Come soluzione più duratura invece Strobilo propone di aumentare l’intensità e l’efficienza dei dispositivi di aerazione e purificazione, oppure anche effettuare un’analisi chimica delle componenti strutturali e dei prodotti utilizzati nell’edificio che potrebbero creare emissioni all’interno del teatro, così da rimuovere o sostituire quelli più dannosi.
Appare chiaro quindi come la rilevazione dell’inquinamento e di determinati parametri ambientali possa diventare uno strumento per migliorare il benessere delle persone attraverso la progettazione ragionata degli spazi in cui vivono. Un tema affascinante e complesso di cui sicuramente si sentirà parlare sempre di più.
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