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Elezioni europee, gli studenti fuorisede potranno votare senza tornare nel comune di residenza
Alle elezioni europee del 2024 gli studenti fuorisede potranno votare senza dover affrontare lunghi viaggi. Una misura sperimentale, con alcuni limiti.
- In via sperimentale, gli studenti fuorisede potranno votare alle elezioni europee del 2024 senza rientrare nel proprio Comune di residenza.
- È quanto prevede un emendamento approvato dalla commissione Affari istituzionali del Senato.
- Le elezioni per il rinnovo dei membri del Parlamento europeo sono in programma dal 6 al 9 giugno: in Italia si vota sabato 8 e domenica 9.
Per la prima volta, alle elezioni europee dell’8-9 giugno 2024 gli studenti fuorisede potranno votare senza essere obbligati a ritornare nel Comune dove risiedono. È quanto prevede un emendamento al cosiddetto decreto legge elezioni (n.7 del 29 gennaio 2024) che la commissione Affari istituzionali del Senato ha approvato giovedì 22 febbraio, all’unanimità. Perché il testo diventi legge manca ancora il voto in aula sia al Senato sia alla Camera; essendoci il supporto di tutti i partiti, il sì appare piuttosto scontato.
Quanti sono gli studenti e i lavoratori fuorisede in Italia
In Italia gli studenti fuorisede sono circa 591mila; la maggior parte, circa 383mila, si è trasferita a più di quattro ore di distanza dal proprio Comune di residenza. Aggiungendo anche i 4,3 milioni di lavoratori e lavoratrici fuorisede, si arriva a sfiorare i cinque milioni di persone. I dati si riferiscono alla fine del 2018 e sono pubblicati in un Libro bianco sull’astensionismo commissionato dal ministro dei rapporti con il Parlamento con delega alle riforme istituzionali. Per votare, infatti, bisogna recarsi fisicamente al seggio che viene assegnato nel proprio Comune di residenza. Nonostante alcuni sconti sui trasporti, il viaggio può rivelarsi comunque impegnativo e scoraggia la partecipazione al voto.
Come fanno gli studenti fuorisede a votare: le regole
Solo per votare alle elezioni europee del 2024, l’emendamento introduce in via sperimentale alcune regole differenti che valgono solo per gli studenti fuorisede (e non per i lavoratori) che hanno cambiato regione. Almeno 35 giorni prima del voto, gli elettori interessati devono presentare una richiesta al proprio Comune di residenza, allegando un documento d’identità, la tessera elettorale e i documenti di iscrizione all’università o al centro di formazione che frequentano.
Chi si è trasferito in una regione diversa, ma sempre nella stessa circoscrizione elettorale, può semplicemente votare nel Comune dove abita. Per esempio, una ragazza genovese iscritta all’università di Pavia può votare a Pavia, perché entrambe le città sono nella circoscrizione nord-occidentale. Chi invece si è spostato al di fuori della propria circoscrizione può votare nel Comune capoluogo della regione in cui ha il domicilio. Uno studente siciliano che studia a Pisa, dunque, deve votare a Firenze. In entrambi i casi, il Comune di residenza annota nella lista elettorale che quello specifico elettore (o elettrice) voterà altrove. In ogni capoluogo di regione saranno istituite sezioni elettorali ad hoc per gli studenti fuorisede; almeno una ogni ottocento elettori.
Questa opportunità, però, vale solo per le elezioni europee. Nello stesso fine settimana, in 3.702 comuni su 7.896 si tengono anche le elezioni amministrative: chi desidera votare anche per il sindaco, dunque, sarà comunque costretto a viaggiare.
Cose da sapere sulle elezioni europee di giugno 2024
Tra giovedì 6 e domenica 9 giugno 2024, tutti i 27 stati membri dell’Unione europea votano per eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo: è l’unico organo dell’Unione che viene eletto direttamente dai cittadini, ogni cinque anni. In Italia si vota solo il sabato e la domenica. Gli europarlamentari eletti saranno in tutto 720, quindici in più rispetto alla precedente tornata elettorale, assegnati a ciascun paese in quantità proporzionale alla sua popolazione. L’Italia, che ne nomina 76, è dunque al terzo posto dopo Germania (96) e Francia (81).
Ciascun candidato si presenta con il proprio partito nazionale: nella scheda italiana, dunque, vedremo i simboli di Fratelli d’Italia, Lega Nord, Partito democratico, Movimento 5 stelle, Forza Italia, Italia viva e di altre formazioni più piccole. Una volta eletti, però, di norma si affiliano a un gruppo politico transnazionale: tra i principali possiamo citare il Partito popolare europeo, di orientamento conservatore e moderato, e l’Alleanza progressista dei socialisti e democratici (S&D), di centrosinistra.
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