Riducendo i limiti consentiti per i neonicotinoidi sugli alimenti importati, l’Unione europea vuole contribuire alla transizione ecologica a livello mondiale.
Studio conferma come i neonicotinoidi siano responsabili del declino delle api
Dimostrata la correlazione tra pesticidi e calo del numero della api. “I nostri risultati dimostrano che i neonicotinoidi sono dannosi per le api”.
Che ci fosse una correlazione tra l’utilizzo dei pesticidi e la morìa delle api è cosa nota. Ma fino ad oggi era sempre stata dimostrata in laboratorio o con studi sul campo di breve durata.
Ora, per la prima volta, è stato realizzato uno studio corposo che mette in relazione l’uso dei neonicotinoidi e il declino di molte specie di api. “Impacts of neonicotinoid use on long-term population changes in wild bees in England”, pubblicato su Nature Communications ad agosto di quest’anno, dimostra come nel Regno Unito, dal 1994 al 2011, si sia registrato un netto calo di individui, in particolare nelle aree dove più è cresciuta la coltivazione della colza, specie trattata con questo tipo di insetticidi.
“I nostri risultati mostrano che i neonicotinoidi sono nocivi per le api selvatiche”, dichiara Nick Isaac, ricercatore presso il Centro di ecologia e idrologia (Ceh) a Wallingford, nel Regno Unito.
Api e pesticidi, ora c’è la prova
Isaac e compagni hanno studiato gli impatti sulle popolazioni di 62 specie di api selvatiche in tutta Inghilterra, in un periodo lungo 18 anni.
E i risultati non lasciano spazio a dubbi: il 10 per cento della perdita di individui è da attribuire all’uso dell’insetticida almeno per 34 specie che si nutrono nei campi di colza. Tre volte di più di quello registrato tra quelle che si nutrono di altri fiori. In pratica metà della perdita di api selvatiche deriva dall’uso di agenti chimici nei campi.
“Storicamente se si ha solo colza, molte api tendono a beneficiare di questo tipo di coltivazione perché molto ricca di cibo in tutta la campagna”, sottolinea Ben Woodcock, uno degli autori della ricerca. “Questo studio suggerisce come una volta che si è iniziato a trattare più dell’85 per cento della colza, le api sono state esposte e hanno iniziato a subire gli effetti negativi”.
Ora tocca all’Efsa
La nuova ricerca servirà all’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), per pronunciarsi il prossimo gennaio sulla classe di insetticidi in questione, dopo che aveva già confermato la pericolosità di sostanze come clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid. Dal 2013 in Europa è infatti vietato l’uso e la vendita di sementi conciate con prodotti fitosanitari contenenti tali sostanze attive.
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