L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
Il contatto con la natura riduce i rischi di depressione e obesità
È quanto emerso da uno studio europeo che ha analizzato oltre duecento ricerche confermando lo stretto rapporto tra ambiente e salute.
La vicinanza di boschi, foreste o aree verdi ha un impatto positivo sulla nostra salute psicofisica, non è certo un mistero. È ovvio che una passeggiata nel bosco non può sostituire un intervento chirurgico o una seduta da uno psicoterapeuta laddove ce ne sia bisogno, ma riesce a far evaporare stress, ansia e nervosismo con una rapidità quasi miracolosa, provare per credere. L’ennesima conferma arriva da un nuovo studio, secondo cui le persone che vivono vicino ad alberi e aree verdi avrebbero meno probabilità di essere obese, inattive, o dipendenti da antidepressivi.
Lo studio più completo sull’argomento
Lo studio, intitolato Nature for health and equity, è stato pubblicato dall’associazione Friends of the Earth Europe in collaborazione con l’Institute for european environmental policy (Ieep). Un gruppo di undici ricercatori dell’Ieep ha trascorso un anno a studiare oltre duecento studi scientifici che indagano il legame tra benessere psicofisico e contatto con la natura, con l’obiettivo di realizzare lo studio più ampio e completo su questo argomento.
Se vivi nel verde vivi di più e meglio
Lo studio ha dunque raccolto varie ricerche che si sono concentrate su determinate proprietà curative della natura, restituendoci un quadro completo. Una ricerca scozzese del 2014, ad esempio, ha rilevato che gli uomini che vivono in aree disagiate ma caratterizzate da ampi spazi verdi, hanno un tasso di mortalità del 16 per cento inferiore rispetto ai loro omologhi che vivono in aree urbane. Mentre le donne in gravidanza che vivono in ambienti verdeggianti hanno una pressione sanguigna più bassa e danno alla luce bambini più grandi. Il contatto con la natura aiuterebbe inoltre a ridurre le allergie e a incrementare l’autostima e il benessere mentale.
Altri benefici per la salute
Nelle aree urbane dove sono presenti alberi si registra un consumo ridotto di antidepressivi rispetto alle zone che ne sono sprovviste, mentre secondo uno studio danese i tassi di obesità sono superiori tra le persone che vivono a più di un chilometro da boschi e parchi rispetto a quelle che vivono a meno di 300 metri di distanza. Una ricerca del 2015 finanziata dall’Unione europea ha invece rivelato che la presenza di aree verdi nei pressi delle scuole aumenta le capacità cognitive dei bambini. Una ricerca statunitense ha scoperto che i pazienti in ospedale che possono vedere un albero dalla propria finestra vengono dimessi un giorno prima rispetto quelli che hanno una vista senza alberi.
L’accesso alla natura non è per tutti
Il contatto con la natura è pertanto fondamentale, del resto siamo animali, siamo nati per questo, tuttavia sembra sempre più essere un privilegio riservato a pochi. Chi vive nelle zone più povere delle grandi città ha infatti meno possibilità di accedere alle aree verdi e, di conseguenza, meno possibilità di fare attività fisica. Una ricerca inglese ha rivelato che circa il 26 per cento delle minoranze etniche dell’Inghilterra visita ambienti naturali meno di tre volte l’anno.
Tutti abbiamo bisogno della natura
“Lo studio conferma ancora una volta che le persone e le comunità possono prosperare solo quando hanno libero accesso alla natura – ha commentato Robbie Blake, attivista dell’associazione Friends of the Earth. – Tutti abbiamo tutti bisogno della natura nella nostra vita, ci dà libertà e ci aiuta a vivere in modo sano”. Secondo Patrick ten Brink, direttore dell’Ieep, lo studio dovrebbe rappresentare una base di partenza su cui costruire una società che favorisca l’accesso alla natura. “Dobbiamo lavorare insieme in modo che tutti gli europei abbiano un’area verde ad almeno 300 metri delle loro case entro i prossimi dieci anni”.
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