Drogata e stuprata per anni, Gisèle Pelicot ha trasformato il processo sulle violenze che ha subìto in un j’accuse “a una società machista e patriarcale che banalizza lo stupro”.
In Sud Sudan c’è la carestia e colpisce 5 milioni di persone
100mila persone soffrono la fame, quella vera, in Sud Sudan e 5 milioni sono colpite dalla carestia. L’ultimo rapporto Fao, Wfp e Unicef è da brividi.
Almeno 100mila persone soffrono la fame in Sud Sudan a causa della carestia che sta interessando il paese africano, in particolare il territorio dello stato centrosettentrionale di Unità (Unity State). Un altro milione di sudsudanesi, invece, potrebbe subire la stessa sorte nel prossimo futuro a causa della guerra civile ricominciata nel dicembre del 2013 che ha trascinato la popolazione in un turbine di violenze. A dare la notizia è lo stesso governo di Juba insieme alle Nazioni Unite dopo l’ultimo aggiornamento del Quadro integrato di classificazione della sicurezza alimentare (Integrated food security phase classification, Ipc). In totale, però, sono quasi 5 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza alimentare, agricola e nutrizionale urgente. Pari al 40 per cento della popolazione.
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Cosa vuol dire carestia?
Carestia “non è una parola che usiamo alla leggera e avrei sperato di non doverla mai utilizzare per il Sud Sudan”, ha dichiarato la portavoce del Wfp, Challiss McDonough. “Ma purtroppo siamo a un punto tale che dobbiamo usare queste parole”. Carestia, infatti, significa – secondo gli standard dell’Onu – che la gente sta letteralmente morendo di fame.
Le fa eco anche Serge Tissot, rappresentante dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) per il Sud Sudan: “La carestia è diventata una tragica realtà in alcune parti del Sud Sudan e le nostre peggiori paure si sono materializzate. Molte famiglie hanno esaurito ogni mezzo che avevano a disposizione per cercare di sopravvivere”.
“Our worst fears have been realized” – #UNFAO‘s Serge Tissot as famine is declared in #SouthSudan https://t.co/wbSFd6EFJq via @AP pic.twitter.com/BMPH1gXLAp
— FAOKnowledge (@FAOKnowledge) 20 febbraio 2017
Per questo sono quasi tre milioni le persone che hanno dovuto abbandonare la loro casa, la loro terra e molti hanno trovato rifugio nel vicino Uganda. “Avevo seminato e attendevo il raccolto, ma ho perso tutto a causa della guerra. Uccidono la gente e molti sono morti, ho avuto paura di fare la stessa fine”, ha dichiarato una profuga sudsudanese a Euronews.
Non di solo fame muoiono i sudsudanesi
Oltre alla fame, diretta conseguenza della guerra, sono 50mila le persone che negli ultimi tre anni sono morte per via degli scontri tra le truppe governative fedeli al presidente in carica Salva Kiir Mayardit e gli ex ribelli che sostengono il primo vicepresidente Riek Machar, già allontanato nel 2013 dalle sue funzioni per sospetto tradimento e poi richiamato per evitare tensioni e scontri, gli stessi in corso in questi giorni.
Sul campo oggi ci sono tre agenzie umanitarie dell’Onu, oltre a Fao e Wfp, anche l’Unicef, ovvero il Fondo per l’infanzia. I bambini, infatti, sono tra i più colpiti: “Si stima che oltre un milione di bambini siano affetti da malnutrizione acuta in tutto il Sud Sudan. Oltre 250mila bambini sono già gravemente malnutriti. Se non raggiungiamo questi bambini con aiuti urgenti molti di loro moriranno”, ha dichiarato Jeremy Hopkins, rappresentante dell’Unicef in Sud Sudan.
Il rischio è che gli sforzi messi in atto non siano sufficienti e che, senza un nuovo e più efficace intervento della comunità internazionale, il numero delle persone malnutrite o che soffrono la fame possa salire ancora, fino ad arrivare a 5,5 milioni entro luglio. Per tutti questi motivi “bisogna agire ora“.
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