Il team di ricerca Forensic Architecture ha mappato con telerilevamento e modellazione 3D gli attacchi israeliani su Gaza, evidenziando un pattern preciso contro i civili.
Sudafrica al voto a 25 anni dalla fine dell’apartheid
Nonostante un sensibile calo, l’Anc, partito del presidente Cyril Ramaphosa, dovrebbe mantenere la maggioranza alle elezioni legislative in Sudafrica.
Mercoledì 8 maggio i cittadini del Sudafrica votano per le elezioni legislative e provinciali. Si tratta di uno scrutinio particolarmente importante, dal momento che il presidente sarà in seguito scelto dal nuovo Parlamento. La tornata, inoltre, si tiene nel 25esimo anniversario dalla fine dell’apartheid, il regime che dal 1948 al 1994 ha previsto uno “sviluppo separato” della nazione. Effettuato sulla base di criteri razziali ed etnici.
Il Congresso Nazionale Africano dovrebbe mantenere il potere
Dopo un quarto di secolo, l’African National Congress (Anc), il partito dell’ex presidente Nelson Mandela, simbolo della liberazione dei neri del Sudafrica, è dato ancora per favorito. Dovrebbe riuscire a mantenere infatti la maggioranza parlamentare. E, con essa, l’attuale capo di stato Cyril Ramaphosa conta di poter restare al proprio posto.
Ma la strada per l’Anc, stavolta, appare in salita. Benché Ramaphosa ripeta di essere l’uomo del cambiamento, che rilancerà l’economia e lotterà contro la corruzione che ha caratterizzato il mandato del suo predecessore Jacob Zuma, il partito sconta una sensibile perdita di popolarità.
Leggi anche: La storia di Nelson Mandela, a cento anni dalla nascita
Secondo gli ultimi sondaggi, potrebbe ottenere circa il 10 per cento di voti in meno rispetto ai risultati delle elezioni precedenti, tenute nel 2014. E potrebbe perdere il controllo di una serie di province del Sudafrica.
With a pivotal general election this week, South Africans know little about how the A.N.C. and other parties are financing their campaigns https://t.co/ZBKOH8flwv
— The New York Times (@nytimes) 5 maggio 2019
Si prevede una crescita dei partiti di opposizione in Sudafrica
Ciò soprattutto se i due principali partiti di opposizione dovessero decidere di allearsi a tale scopo. Il più grande, numericamente, è l’Alleanza democratica, formazione liberale sostenuta dalla minoranza bianca (ma che si presenta come multirazziale ed è diretta per la prima volta da un leader nero, Mmsusi Maimane). Ad essa potrebbe andare parte dei voti della classe media nera delusa dall’Anc. Le critiche a quest’ultimo sono inoltre legate al fatto che Ramaphosa – nonostante la cesura rispetto a Zuma – lavori ancora assieme a numerosi uomini dell’ex-presidente.
[MUST WATCH]: Our Deputy President @FloydShivambu sending a message in song at the #EFFTshelaThupaRally
3 Days to go until 2019 General Elections.
Victory is Certain ✊?#VoteEFF #OurLandAndJobsNow #EFFFinalPush pic.twitter.com/KqYBRkJbgb
— Economic Freedom Fighters (@EFFSouthAfrica) 5 maggio 2019
Ma i pericoli per l’Anc arrivano anche dai Combattenti per la libertà economica (Eff). Si tratta di un partito di sinistra radicale, il cui leader, Julius Malema si presenta come difensore dei più poveri e chiede una forte redistribuzione della ricchezza nel paese. Così come delle terre, ancora oggi in larga parte di proprietà dei bianchi. L’Eff dovrebbe raccogliere voti soprattutto tra i giovani, e superare il 10%. Il che significherebbe raddoppiare i suffragi rispetto a cinque anni fa.
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