Per combattere l’inquinamento da microplastiche potremmo fare affidamento su una soluzione basata sulla natura: le cozze.
Sudafrica, le incredibili immagini del mare invaso da tonnellate di plastica
A Durban, in Sudafrica, milioni di rifiuti di plastica sanno invadendo le spiagge. Un video documenta il desolante spettacolo.
Bottiglie, flaconi, bicchieri, contenitori, buste. Tonnellate e tonnellate di rifiuti di plastica si stanno ammassando da giorni sulle spiagge di Durban, in Sudafrica. Dando vista ad un penoso ed inquietante spettacolo, documentato dagli attivisti del Litterboom project, collettivo locale ambientalista.
Gli ecologisti in Sudafrica chiedono una nuova legge sui rifiuti di plastica
Le precipitazioni che hanno colpito la nazione hanno trascinato verso il mare un quantitativo impressionante di rifiuti. Che poi riguadagnano la costa spinti dalle correnti. Una situazione che, secondo i militanti ecologisti, è il portato della presenza umana sempre più importante nei pressi dei fiumi e della mancanza di mezzi finanziari e tecnici da parte degli enti locali.
Trash follow waves at sea in Durban, South Africa on Thursday in this still image taken from video obtained from social media account of Litterboom Project. The project aims to address marine plastic pollution by reducing waste ending up in river systems. https://t.co/3t6a6Iotcn pic.twitter.com/0yi7I61TRO
— Caribbean disaster (@BagalueSunab) December 13, 2019
Per questo il Litterboom project chiede che venga approvata una nuova legge in Sudafrica, al fine di ridurre il quantitativo di prodotti di plastica utilizzati dalla popolazione. Ma anche per sostenere finanziariamente la creazione di infrastrutture utili per eliminare dai fiumi, dal mare e dalle spiagge i rifiuti. Il problema, come noto, riguarda tuttavia il mondo intero. Ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di prodotti di plastica che vengono gettati negli oceani.
Il che provoca la morte di circa 100mila mammiferi marini ogni anno. Si stima inoltre che solo il 20 per cento di rifiuti di plastica sia generato dalla flotta marittima mondiale. Il restante 80 per cento proviene infatti proprio da tutto ciò che viene abbandonato in prossimità dei fiumi o delle coste. Sono quindi le piogge e il vento a trascinarli verso il mare.
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Molti rifiuti presenti nei paesi in via di sviluppo provengono da nazioni ricche
La maggior parte dei rifiuti proviene dai paesi ricchi del mondo, circa il 40 per cento. Basti pensare che in nazioni come Germania e Stati Uniti si stima che la produzione sia pari a 150 chilogrammi all’anno per ciascun abitante. Negli stati più agiati, tuttavia, la maggior parte della plastica viene raccolta, riciclata, stoccata o incenerita. I rifiuti che finiscono negli oceani provengono invece essenzialmente dalle nazioni in via di sviluppo, ancora poco attrezzate per una gestione sostenibile.
The amount of plastic leaking into nature is alarming! Environment Ministers are in Durban for #AMCEN; a key meeting that can strengthen Africa’s voice for an int’l legally binding agreement to #StopPlasticPollution. Is your minister there? Tell them we need a #NewDealforNature pic.twitter.com/EbYWPj0XsM — WWF Kenya (@WWF_Kenya) November 11, 2019
Uno studio del 2015 ha indicato Cina e Indonesia come le due nazioni più problematiche da questo punto di vista. Il solo fiume Azzurro trascina con sé ogni anno più di 300mila tonnellate di plastica nell’oceano. Va detto però che molti paesi europei, ad esempio, inviano enormi quantitativi di rifiuti nel sud-est asiatico. Che dovrebbero essere riciclati ma che, in realtà, spesso vengono abbandonati nelle discariche. E non di rado, da lì, finiscono in mare.
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