Per il quinto anno consecutivo rinviata la tassa sulle bevande zuccherate, che per la Consulta rispondeva anche a un’esigenza sociale, e invece niente.
La tassa sulle bevande analcoliche gassate e zuccherate, che sarebbe entrata in vigore il 1 luglio, verso l’ennesimo slittamento.
Introdotta nella legge di Bilancio a fine 2019, non è mai entrata in vigore, neanche ora che la Corte Costituzionale l’ha definita essenziale per la salute.
La plastic tax, nata insieme alla sugar tax, era già stata rinviata direttamente al 2026.
Ci avevamo quasi creduto. Invece anche quest’anno la sugar tax, la tassa sul consumo di bevande analcoliche edulcorate, ovvero quelle bevande che contengono sostanze dolcificanti come cola, limonate, aranciate e tè, la vedremo forse l’anno prossimo. E lo stesso non si può dire della plastic tax, che invece era già stata rinviata direttamente al 2026.
'Credo che rinvieremo la sugar tax al 2025, la plastic tax slitta al 2026' : lo dice il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti intervistato da Maurizio Belpietro a a 'Il giorno della Verità'. 'Stiamo cercando una copertura' ha detto il ministro #ANSAhttps://t.co/kg8BB196Lf
Sulla sugar tax una vera e propria marcia indietro
Per qualche giorno era sembrato che il ministero dell’Economia avesse finalmente sbloccato, a partire dal 1 luglio prossimo, la sugar tax introdotta con la legge di Bilancio 2020 (approvata quindi a fine 2019) ma da allora sempre rinviata per qualche motivo (prima l’emergenza Covid, poi le conseguenze economiche dell’invasione russa dell’Ucraina) insieme alla ‘sorella’ plastic tax. Invece, a seguito delle proteste del settore produttivo interessato, e anche di una parte stessa della maggioranza (specificamente Forza Italia, da sempre il partito più vicino al mondo imprenditoriale), con ogni probabilità la sugar tax verrà di nuovo rinviata. Il Governo, infatti, ha spiegato di essere al lavoro per trovare la copertura per farla slittare di nuovo: un modo per dire che tutte gli introiti che lo Stato progettava di incassare dalla sugar tax verranno comunque recuperati in qualche altro modo, e che quindi tutti i vantaggi ricadranno sui produttori, e non certo sui cittadini che pagheranno in altro modo.
-48 giorni all’introduzione della #SugarTax. Una tassa che non avrà alcun impatto nel contrasto all’obesità, visti i consumi italiani tra i più bassi d’Europa. Una tassa che non porterà alcun beneficio in termini di salute pubblica.#IlTempoStaScadendo#NoSugarTaxpic.twitter.com/CuMgBGmYx1
Troppo forti però le proteste di Assobibe, l’associazione che riunisce appunto i produttori di bibite con zuccheri aggiunti, che prima del dietrofront del governo ricordava che “questa tassa comporterà, fra gli altri effetti, un aumento dei prezzi al consumatore e conseguenze negativi anche sui produttori agricoli italiani. Ci sono ancora i margini per rinviare la sugar tax e il Parlamento, che è sovrano, può farlo: è l’ora di rinviare questa tassa, da sempre ritenuta inutile e dannosa”. Eppure la tassa non sembrava così gravosa: inizialmente, l’aliquota era di dieci euro per ettolitro (cioè dieci centesimi di euro per litro) per i prodotti finiti e 0,25 euro per kg per i prodotti da diluire. Tuttavia, con un emendamento recente, l’aliquota era stata dimezzata ad appena cinque centesimi per litro per il periodo tra il 2024 e il 2026: forse non così tanto da creare una crisi di mercato.
Più di una tassa, un incentivo alla salute
Ma soprattutto, appena due mesi fa la sugar tax è stata oggetto di discussione e valutazione da parte della Corte Costituzionale, che non solo ha dichiarato pienamente legittima la norma, ma ha anche affermato che più che una semplice tassa, la sugar tax risponderebbe a una vera e propria esigenza sociale e che e nel lungo periodo consentirebbe di risparmiare sulle spese del Servizio sanitario nazionale, oggi così in difficoltà, perché scoraggerebbe le persone dal consumare bevande analcoliche che, a causa dell’elevata presenza di zuccheri e anidride carbonica, possono essere dannose per la salute e fattori di rischio per patologie serie come il diabete e l’obesità, come indicato direttamente dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
Nel frattempo, come detto, un emendamento del governo al decreto Superbonus, attualmente in esame, aveva già rinviato al 2026 l’entrata in vigore della plastic tax, una imposta sul consumo dei prodotti in plastica con singolo impiego, dunque non riutilizzabile, da 45 centesimi per ogni chilo di plastica prodotto.
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