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Sui sentieri dei Walser – Trekking sul Monte Rosa
Il Monte Rosa e le Valli di Ayas e di Gressoney offrono molte combinazioni di percorsi tra i numerosi rifugi, a quote tra 1700 e 3600
Percorso: Champoluc / Crest – Colle Pinter – Rifugio Alpenzu Grande
– Gressoney La Trinite – Rifugio Città di Vigevano – Rifugio
Gnifetti – Gressoney La Trinite – Passo della Bettaforca –
Champoluc / Crest
Durata: 4 giorni
Il Monte Rosa e le Valli di Ayas e di Gressoney offrono molte
combinazioni di percorsi tra i numerosi rifugi, a quote tra 1700 e
3600 metri. Ti proponiamo un possibile itinerario con diversi
livelli di impegno, dal fondo valle al ghiacciaio.
1° giorno: Champoluc / Crest (1988
m.) – Colle Pinter (2777 m.) – Rif. Alpenzu Grande (1779
m.)
Raggiunto il Crest da Champoluc con il sentiero 13 (o prendendo
l’ovovia), si segue un tratto dell’Alta Via dei Walser (triangolo
con n.1, sentiero n.11a), che si insinua nella valle del torrente
Cuneaz, toccando l’omonimo villaggio, fino a raggiungere il Colle
Pinter, che mette in comunicazione la valle d’Ayas (Foto 1)
con quella di Gressoney (Foto 2). Dal valico si scende tra
alpeggi fino al Rifugio Alpenzu Grande (Foto 3), che domina
Gressoney Saint-Jean. Il rifugio fa parte del villaggio di
Grössö Albezö (Foto 4), formato da
case-fattorie conservate a testimonianza dello stile di vita dei
Walser, l’etnia che nel Medioevo si è stabilita nelle valli
intorno al Monte Rosa. Dalle viuzze tra le case, il ghiacciaio
appare ancora lontano ma la sua mole domina già il
panorama.
2° giorno: Rif. Alpenzu Grande (1779
m.) – Gressoney La Trinite (1640 m.) – Rif. Città di
Vigevano (2864m.)
Una ripida discesa porta da Grössö Albezö al fondo
valle, a circa metà strada tra Gressoney Saint Jean e La
Trinite. Un sentiero collega le due località passando (sulla
destra della strada, guardando a monte) tra frazioni e costeggiando
il Lys. Giunti a Gressoney La Trinite, per il sentiero n.5 (o per
mezzo della seggiovia) si sale alla Punta Jolanda, da cui si
può continuare per lo stesso sentiero fino al lago Gabiet e
all’omonimo rifugio, oppure prendere il sentiero n.6 che porta al
Rifugio del Lys. La prima soluzione consente di evitare il
paesaggio piuttosto squallido creato dalle piste e dagli impianti
sciistici. Il lago Gabiet, seppur artificiale, offre almeno un’idea
di montagna terrestre e non lunare.
Dal rifugio Gabiet bisogna rassegnarsi a seguire il sentiero n.6,
che costeggia i piloni dell’ovovia del Passo dei Salati.
Finalmente, il sentiero devia sulla destra fino a raggiungere il
passo d’Olen (2881 m.) (Foto 5). Arrivarci ne vale la pena,
perché schiude alla vista un vastissimo panorama che dalla
Val Sesia (Foto 6) spazia fino alla pianura Padana. A pochi
passi, il Rifugio Città di Vigevano, come il contiguo
Rifugio Guglielmina (Foto 7), offre una balconata da cui
ammirare, nelle giornate limpide, il territorio sottostante fino
all’Oltrepo Pavese. Alla sera, mentre il tramonto fa immaginare
l’epoca in cui il mare lambiva le Alpi, si possono osservare
stambecchi che si danno amichevoli cornate, nei pressi del rifugio
(Foto 8). Dietro l’angolo, il Monte Rosa si presenta ormai
di persona per fare gli onori di casa (Foto 9).
3° giorno: Rifugio Città di
Vigevano (2864 m.) – Rifugio Gnifetti (3611 m.)
Dai rifugi Guglielmina e Città di Vigevano si raggiunge il
Passo dei Salati, superando l’Istituto Scientifico di Fisiologia
umana, quindi si sale un sentiero su roccia, attrezzato a tratti
con corde, lungo la cresta dello Stolemberg (3202 m.) fino alla
Punta Indren (3260 m.), punto di arrivo della funivia che sale da
Alagna. Davanti, si erge la Piramide Vincent con la Punta Giordani
(Foto 10).
Dalla Punta Indren parte una traccia su neve attraverso il
ghiacciaio omonimo, per cui è consigliabile l’uso di ramponi
da neve. Verso la fine della traversata del ghiacciaio (Foto
11), si può prendere la traccia che punta in alto, che
porta direttamente al Rifugio Gnifetti, oppure seguire la traccia
che aggira un costone e fare tappa al Rifugio Città di
Mantova (3498 m.). Da qui, occorre un ulteriore sforzo per superare
gli ultimi cento ripidi metri su neve ed arrivare al Gnifetti. Ora
il Monte Rosa è presente in tutta la sua imponenza: a
sinistra i due Lyskamm Orientale (4532 m.) e Occidentale (4477 m.)
(Foto 12), a destra la Punta Gnifetti (4559) e in alto la
Punta Dufour (4633 m.). Davanti, le vette della Val d’Aosta, con in
fondo il Monte Bianco.
4° giorno: Rifugio Gnifetti (3611
m.) – Gressoney La Trinite (1640 m.) – Bettaforca (2729 m.) –
Champoluc / Crest (1988 m.)
Tornati a rifugio Città di Mantova, si prende una traccia
sulla destra (guardando a valle), sulla costa del bacino del lago
d’Indren, fino a un bivio con il sentiero n.6a. Seguendo tale
sentiero, si arriva al Rifugio del Lys (Foto 13). Da qui si
può proseguire fino a valle seguendo il sentiero n.7a oppure
prendendo l’ovovia.
Giunti a Gressoney La Trinite, in località Staffal, si
può scegliere se salire al Passo della Bettaforca per i
sentieri n.8, 8a e 9, oppure prendere la funivia fino a S.Anna e
quindi la seggiovia fino alla Bettaforca. In alternativa, giunti a
S.Anna, si può proseguire sul sentiero n.8a e passare nella
valle d’Ayas attraverso il Passo Saler (2687 m.) e il sentiero n.11
fino al Crest.
Dal Passo della Bettaforca si scende con il sentiero n.9 fino ad
incontrare una mulattiera, quindi la si segue verso sinistra,
scendendo dolcemente tra prati e boschi. Costeggiata la Punta
Taconet, si incontra il sentiero n.10, che porta all’Alta Via dei
Walser (sentiero n.13b). Superato il villaggio di Sousun, tra i
boschi appare la vista di Champoluc (Foto 14) e poco dopo si
arriva al Crest. Da qui si può scendere a valle con il
sentiero n.13 o con l’ovovia.
Indirizzi utili:
APT Monte Rosa Walser, tel. 0125 355185
Champoluc Informazioni, tel. 0324 65119
Gressoney La Trinite, tel. 0125 366143
Rifugio Alpenzu Grande, tel. 0125 355835
Rifugio Lys al Gabiet, tel. 0125 366057
Rifugio Città di Vigevano, tel. 0163 391105
Rifugio Città di Mantova, tel. 0125 308083
Rifugio Gnifetti, tel. 0163 78150
Giorgio Tacconi
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