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I Suoni delle Dolomiti, la musica ad alta quota
È un appuntamento atteso da molti e ogni edizione è un successo: da 22 anni I Suoni delle Dolomiti regala emozioni e musica ad alta quota tra le vette e le vallate del Trentino. Si parte il 2 luglio sino al 26 agosto: i concerti da non perdere, gli artisti internazionali di ogni genere musicale
È un appuntamento atteso da molti e ogni edizione è un successo: da 22 anni I Suoni delle Dolomiti regala emozioni e musica ad alta quota tra le vette e le vallate del Trentino. Si parte il 2 luglio sino al 26 agosto: i concerti da non perdere, gli artisti internazionali di ogni genere musicale da ascoltare per vivere un’esperienza unica. Quando musica e territorio si fondono con armonia per esaltare la naturale bellezza delle note.
I Suoni delle Dolomiti, la musica in vetta
Si svolge in tutto il Trentino, nel palcoscenico straordinario dell’alta quota delle Dolomiti, raggiunto a piedi dal pubblico e dai musicisti con i propri strumenti, con un programma di concerti che spaziano dalla musica classica, al jazz alla world music, fino alla canzone d’autore.
Uno scenario ambientale di grande fascino, le Dolomiti, elette dall’Unesco Patrimonio Naturale dell’Umanità, un’armonia di rocce, erba, boschi, vento capace di diventare anche prezioso spazio acustico, dove le note risuonano verso l’alto e si espandono tutt’intorno arricchendosi dei colori del territorio e delle emozioni che suscitano in chi le ascolta. Un connubio unico e magico, un mix che funziona da 22 anni. Ad alta quota la musica respira come in nessun altro luogo, dialoga con il silenzio, respinge i rumori quotidiani. Le corde e i legni di violini e violoncelli si inchinano all’aria, clarinetti, trombe e sassofoni si librano fra le nuvole; ogni voce si trasforma magicamente in un coro.
I 19 concerti de “I Suoni delle Dolomiti” si svolgono nel primo pomeriggio, ma anche all’alba, nei pressi di rifugi alpini: cime, malghe e boschi vengono raggiunti a piedi insieme dal pubblico e dagli stessi musicisti. Arrivati in quota, dopo aver tutti condiviso la fatica e la gioia della meta, ci si siede e riposa sull’erba, attorno ai musicisti, in attesa dell’ascolto, per vivere un’esperienza artistica e umana irripetibile. Nessuna distanza tra chi ascolta, chi suona e la natura che circonda e accoglie tutti, musica compresa. E al termine del concerto, c’è tutto il tempo per ammirare la bellezza del paesaggio, di incamminarsi lungo sentieri di montagna o semplicemente di riposare tra le Dolomiti.
Gli appuntamenti da non perdere
Sono 19 i concerti in programma, la maggior parte alle ore 13:00, tra tutti gli appuntamenti, consultabili a questo link, ne abbiamo scelti alcuni imperdibili, per noi.
È forse il concerto più atteso da chi partecipa al festival, immancabile anche quest’anno, l’appuntamento con “I Suoni delle Dolomiti” al sorgere del sole, evento durante il quale le emozioni si moltiplicano grazie a uno dei fenomeni più belli della natura, l’alba.
Alle 6 del mattino di sabato 16 luglio Mari Boine, voce del popolo Sami, si esibirà a Col Margherita (in Val di Fassa), punto panoramico come pochi per ammirare gran parte dei gruppi dolomitici inseriti nel Patrimonio mondiale Unesco. In primo piano, a sud est, le Pale di San Martino, verso est la muraglia del Civetta e il solitario Monte Pelmo. A nord, la catena di Costabella e i Monzoni in primo piano, lasciano intravedere i pilastri della Marmolada, la regina dolomitica, e a ovest di questa il Latemar e il Catinaccio.
Per L’alba delle Dolomiti Mari Boine avrà al suo fianco cinque musicisti il cui background spazia dal folk alla musica classica e al jazz: il batterista italiano ma norvegese di adozione Paolo Vinaccia, il chitarrista Roger Ludvigsen, il violinista e specialista della niyckelharpa Corrado Bungaro, il sassofonista Giordano Angelo e il bassista Carlo La Manna.
Trekking e musica
Per chi ama camminare, da domenica 31 luglio a martedì 2 agosto le Pale di San Martino faranno da sfondo al trekking con Petra Magoni e la suonatrice di arciliuto Ilaria Fantin. Suggestioni ed emozioni alle note e alle parole di Sinéad O’Connor, Fabrizio De André, Domenico Modugno, Joni Mitchell, Leonard Cohen, Claudio Monteverdi.
L’arrivo a Villa Welsperg per il concerto finale vedrà unirsi alle due artiste il contrabbassista Ferruccio Spinetti, compagno di Petra Magoni nel fortunato progetto Musica Nuda, per l’esecuzione di canzoni tratte dal recente album Little Wonder. Il tutto sempre in dialogica relazione con il paesaggio, il sole, le rocce, così come avviene per ogni appuntamento de “I Suoni delle Dolomiti”.
Omaggio a Faber
Quest’anno “I Suoni delle Dolomiti” dedica a Fabrizio De André due omaggi, il primo aprirà il festival, l’altro venerdì 12 agosto, sull’Altopiano della Paganella, nei pressi di Bait del Germano, vedrà sette musicisti che spaziando dalla canzone d’autore al jazz e all’indie rock affronteranno una delle tematiche più care alla poetica di Fabrizio De André: le donne. Protagonisti la cantautrice Cristina Donà insieme a un gruppo di quotati strumentisti formato da Fabrizio Bosso (tromba), Javier Girotto (sax), Rita Marcotulli (pianoforte), Saverio Lanza (chitarra), Enzo Pietropaoli (contrabbasso) e Cristiano Calcagnile (batteria). Al Bait del Germano si arriva prima con telecabina da Andalo fino a Doss Pelà e poi a piedi seguendo i sentieri 606 e 602 fino a Cima Canfedin e Passo San Giacomo (ore 2.30 di cammino); oppure su strada forestale 610 (ore 1.30 di cammino). Lungo il cammino, la vista viene catturata dallo spettacolo offerto dalle cime, dai campanili e dai torrioni del Gruppo delle Dolomiti di Brenta.
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