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Nei supermercati inglesi aumenta l’uso di plastica monouso
903mila tonnellate di imballaggi in plastica immessi sul mercato nel 2018. Un aumento di 17mila tonnellate rispetto all’anno precedente. Sono questi i numeri del rapporto “Breakthroughs and backtracking from supermarkets“, realizzato dall’Agenzia di investigazione ambientale (Eia) col supporto di Greenpeace. Un aumento dovuto in particolare agli stessi prodotti venduti dalle grosse catene di supermercati inglesi,
903mila tonnellate di imballaggi in plastica immessi sul mercato nel 2018. Un aumento di 17mila tonnellate rispetto all’anno precedente. Sono questi i numeri del rapporto “Breakthroughs and backtracking from supermarkets“, realizzato dall’Agenzia di investigazione ambientale (Eia) col supporto di Greenpeace. Un aumento dovuto in particolare agli stessi prodotti venduti dalle grosse catene di supermercati inglesi, oltre agli imballaggi veri e propri che hanno fatto registrare un aumento totale di 20mila tonnellate.
“Senza un significativa inversione di tendenza da parte del settore, i rifiuti da imballaggi in plastica nel Regno Unito aumenteranno del 22 per cento nel periodo tra il 2018 e il 2030”, si legge nel rapporto. “Attualmente, circa un terzo della plastica di consumo del Regno Unito è ufficialmente segnalata come riciclata e circa la metà di questa viene esportata”. Segnalando come manchi ancora un mercato per il riciclato anche oltremanica.
Tutta colpa della buste per la spesa (o quasi)
Molti dei supermercati inglesi, per ridurre l’uso della plastica monouso, hanno iniziato a proporre ai clienti l’utilizzo delle cosiddette “bags for life”, ovvero shopper più resistenti pensate proprio per il riutilizzo. Ma, secondo la stessa Eia, l’uso di questi sacchetti sarebbe passato da 960 milioni nel 2018, a 1,24 miliardi nel 2019. In pratica 56 borse per la spesa per ogni abitante inglese, “dimostrando l’inadeguatezza dell’attuale politica che chiaramente non fornisce abbastanza incentivi per smettere di usare le borse di plastica come opzione monouso”. Insomma è questo il caso in cui la soluzione è peggiore del problema.
La risposta dell’industria della plastica monouso
Secondo PlasticsEurope, l’associazione europea delle materie plastiche, “È importante che, quando si cerca di rivedere gli imballaggi, non si ottengano soluzioni più impattanti che comportino un aumento degli sprechi alimentari”, come riportato da Packaging Europe. “Il miglioramento dell’efficienza della plastica, insieme al raggiungimento del 60 per cento del riutilizzo e del riciclaggio di tutti gli imballaggi in plastica entro il 2030, sono due dei tre pilastri del nostro impegno volontario per il 2030”, ha detto Patricia Vangheluwe, direttrice esecutiva di PlasticEurope.ù
Uno dei più grandi produttori di imballaggi al mondo, la Ds Smith, afferma invece che, in un recente ricerca di mercato, si è dimostrato come “1,5 miliardi di tonnellate di plastica all’anno nelle corsie dei nostri supermercati potrebbero essere sostituite con materiali rinnovabili alternativi, come il cartone, che dispongono già di un’infrastruttura di riciclaggio altamente efficace”. Le soluzione tecniche e tecnologiche ci sono, soprattutto per ridurre la plastica monouso.
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