La campagna Vote for animals, promossa da Lav e altre organizzazioni, mira a far assumere a candidati e partiti un impegno maggiore sul tema dei diritti animali.
I supermercati italiani non venderanno più foie gras
Dopo una lunga campagna di pressione sulla grande distribuzione, siamo riusciti a mettere il foie gras #ViaDagliScaffali dei maggiori supermercati italiani.
Era il 2015 quando abbiamo diffuso un’indagine sulla produzione di foie gras in alcuni allevamenti intensivi francesi. È qui, secondo France agrimer, che il maggior numero di anatre e oche vengono sfruttate per la produzione di foie gras ogni anno. Non è un caso, infatti, che questo Paese sia da sempre il simbolo della produzione del fegato grasso: è allo stesso tempo il maggiore produttore e consumatore al mondo. Una produzione che, tuttavia, quest’anno potrebbe essere a rischio a causa degli abbattimenti dovuti al diffondersi di influenza aviaria.
Come viene prodotto il foie gras
Negli allevamenti per la produzione di foie gras, gli animali sono costretti in piccoli spazi, in modo da risparmiare ogni energia e ingrassare nel più breve tempo possibile. Vivono rinchiusi in gabbie di gruppo in cui le condizioni di sovraffollamento possono degenerare in forte stress e conseguenti aggressioni fra animali.
Perciò, anche quando la normativa viene rispettata, la produzione di foie gras comporta inevitabili sofferenze e molti animali muoiono prima di finire al macello. Nelle gabbie le anatre e le oche sono alimentate forzatamente attraverso la pratica del gavage, cioè sono nutrite più volte al giorno attraverso un tubo metallico che viene inserito in gola e spinto fino allo stomaco, causando ferite e infezioni.
La quantità di cibo somministrata è spropositata rispetto a quella che assumerebbero in natura, si parla di una razione di circa 500 grammi di pastone (a base di mais cotto e acqua) somministrato due volte al giorno. Lo scopo è quello di portare gli animali ad ammalarsi di steatosi epatica, una patologia che in alcuni casi può portare il fegato a raggiungere un peso dieci volte maggiore rispetto a quello di un organo sano, con conseguenze drammatiche.
Che cosa prevede la legge sul foie gras
L’alimentazione forzata è stata condannata per la prima volta nel 1998 in un rapporto del Comitato scientifico veterinario dell’Unione europea. In seguito alla pubblicazione di questo documento, la pratica è stata vietata in tutta l’Unione, inclusa l’Italia.
Nel 1999 tuttavia, il Consiglio di comitato permanente d’Europa ha adottato una raccomandazione che vieta la produzione di foie gras negli Stati membri a partire dal 2004 a eccezione dei Paesi in cui è già “pratica corrente”, sollecitando la ricerca di tecniche di produzione alternative all’alimentazione forzata.
Questa raccomandazione ha di fatto reso inattuabile il divieto di produzione di foie gras. In questo modo, i maggiori Paesi produttori hanno potuto continuare a produrlo e venderlo anche alle nazioni in cui vige il divieto di alimentazione forzata, Italia compresa.
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L’inizio della nostra campagna contro il foie gras
Sin da subito abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi sull’indebolimento del commercio del foie gras, spingendo affinché i supermercati eliminassero questo prodotto crudele dai propri scaffali. Date le condizioni legali in Europa, è infatti risultato sin da subito molto complicato richiedere un divieto di importazione, che invece vige ad esempio in California, in India e nella città di New York.
Alla campagna #ViaDagliScaffali hanno aderito finora 12.800 supermercati di diversi marchi, inclusi Pam/Panorama, Eataly, Consorzio Nazionale Conad, Esselunga, Gruppo Selex, Md Spa, Lidl, Crai, Bennet, Realco Sigma, Tigros e Carrefour. In precedenza, anche Coop aveva scelto autonomamente di cessare la vendita di foie gras. Alla lista si è aggiunta nei giorni scorsi anche Iper la Grande i, l’ultimo grande supermercato in Italia dove era ancora venduto.
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