Supermercati virtuosi, la classifica di Altroconsumo

Dall’indagine di Altroconsumo Coop spicca per l’impegno etico, mentre la sigla più debole nel campo della responsabilità sociale risulta Esselunga.

Ormai quando si fa la spesa non si cercano solo l’occasione o il risparmio a tutti i costi, a un prodotto si chiede anche che sia etico e sostenibile. Per aiutare i consumatori in questa ricerca Altroconsumo, l’associazione per  la tutela dei consumatori, ha condotto un’indagine su sei grandi catene di supermercati: Coop, Auchan, Carrefour, Lidl, Conad ed Esselunga.

 

Altroconsumo, attraverso un questionario rivolto alle insegne della grande distribuzione, ha valutato le informazioni pubblicamente disponibili sulla responsabilità sociale e la sostenibilità richiedendo poi una documentazione di prova.

 

«Consumare in modo responsabile significa anche tenersi alla lontana dalle insegne che inseguono solo il profitto – spiegano i responsabili di Altroconsumo – facendo pesare offerte e promozioni solo sulle spalle dei piccoli fornitori, non più in grado, così, di garantire salari equi, condizioni di lavoro adeguate e buona qualità dei prodotti»

 

Tra i supermercati la Coop emerge per il proprio impegno etico, non solo di facciata. «Coop ha documentato tutte le attività etiche che dichiara, tra cui quella di garantire che i fornitori paghino il salario giusto ai dipendenti».

 

Buona la politica di Auchan che dichiara di garantire un prezzo equo ai produttori e di tutelare i diritti dei lavoratori. Ma non tutte le buone intenzioni si traducono in azioni concrete,  riesce infatti a dimostrare solo la metà delle attività dichiarate.

 

Rimandate a settembre Carrefour, Lidl e Conad. La prima è l’unica a non aver collaborato all’inchiesta. Il giudizio è negativo per la mancanza di informazioni sul sito in merito ai fornitori e alle condizioni commerciali con i Paesi in via di sviluppo. La mancanza di trasparenza penalizza anche Lidl e Conad, a cui viene imputata la mancanza di documentazione circa il bilancio sociale e il rispetto degli standard ambientali e lavorativi dichiarati.

 

La “maglia nera” spetta a Esselunga. «È il più debole sulla responsabilità sociale – afferma Altroconsumo – poco si evince dalle scarne informazioni disponibili sul sito e le risposte al questionario non sono verificabili perché non ci sono documenti a testimoniare l’attività sul campo».

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