Un villaggio lappone è passato in 72 ore da -42,9 a +8,3 gradi. A influire su tale risalita repentina sono stati probabilmente i cambiamenti climatici.
Il villaggio di Nikkaluokta, in Svezia, sorge nella contea di Norrbotten, nell’estremo nord del paese scandinavo. Qui il freddo glaciale è tutt’altro che inusuale in inverno. L’ondata di gelo che si è abbattuta di recente sull’Europa, però, ha fatto rabbrividire perfino il cuore della Lapponia.
Sfiorato nel villaggio il record di freddo precedente, che risale al 1987
Nel paesino in questione, però, a sconcertare è stata soprattutto la repentina, successiva risalita della temperatura. Che nel giro di soli tre giorni è aumentata di oltre 50 gradi centigradi, passando da -42.9 a +8,3.
Freddo anomalo sull'Europa occidentale e caldo eccezionale (per il periodo) sul comparto orientale. 37 °C in Algeria, 33 °C in Israele, 31 °C a Creta e in Turchia, 24 °C in Georgia, 23 °C in Ucraina. Nel contempo -37,4 °C a Nikkaluokta in Svezia (record -39,6 °C nel 1980). pic.twitter.com/mrjoNji6Ml
La prima delle due misurazioni è stata effettuata il 5 gennaio di quest’anno: si tratta di un valore non lontano dal record assoluto, che risale al 9 gennaio del 1987 con -45,8 gradi centigradi. La massima di 8,3 gradi è invece stata registrata l’8 gennaio, dopo che già nella giornata precedente la colonnina di mercurio aveva fatto segnare un’impennata.
In Svezia un fenomeno troppo estremo per essere considerato ordinario
Secondo quanto riferito dal quotidiano francese 20Minutes, “i meteorologi spiegano che questa variazione termina è dovuta a dei cambiamenti nel regime atmosferico”. In particolare, una discesa di aria di origine artica è stata seguita da una massa oceanica, quindi da vento in arrivo da sud. Yann Amice, meteorologo di WeatherNCo. ha spiegato che, benché cambiamenti anche repentini non siano inusuali nella regione, lo scarto e la rapidità nel caso di quanto accaduto nella prima decade di gennaio non possono essere considerati ordinari.
Secondo l’esperto le estreme variabilità delle condizioni meteo riscontrate suggeriscono che le fasi di transizione siano meno dolci rispetto al passato. E che ciò non può che essere legato ai cambiamenti climatici in atto.
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