La Svezia estrada un attivista curdo in Turchia per poter aderire alla Nato

È il primo caso di estrazione di un militante curdo come previsto dall’accordo tra la Turchia e la Svezia perché quest’ultima possa entrare nella Nato.

  • La Turchia si è opposta all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato fino a quando i due paesi scandinavi non estraderanno quelli che la Turchia considera terroristi antigovernativi.
  • L’espulsione dell’attivista curdo Mahmut Tat è il primo passo della Svezia in questa direzione.
  • Una decisione che non rispecchia i diritti umani ma che è stata favorita dall’ingresso dell’estrema destra nella coalizione di governo.

La Svezia ha estradato un membro del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) condannato in Turchia. La scelta del paese scandinavo è una conseguenza della sua intenzione di aderire alla Nato: l’ingresso della Svezia (e della Finlandia) nell’alleanza atlantista, infatti, ha sempre incontrato l’opposizione della Turchia.

Per conquistare il favore di Recep Tayyip Erdogan, i due paesi scandinavi si sono impegnati a consegnare quelli che Ankara considera dei terroristi. Il recente caso di estrazione è un passo concreto verso questa volontà.

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan al summit Nato di Madrid dove la Svezia ha accettato le condizioni della Turchia sui casi di estradizione © Denis Doyle/Getty Images

L’uomo è stato condannato dalla Turchia perché curdo

L’uomo in questione si chiama Mahmut Tat ed è stato condannato dal governo turco a 6 anni e 10 mesi di reclusione per la sua adesione al Pkk, uno dei partiti curdi considerati di matrice terrorista da Ankara. Dopo essere riuscito a fuggire in Svezia nel 2015, Tat aveva presentato domanda di asilo, richiesta però respinta lo scorso anno dalle autorità svedesi.

Dopo essere stato portato nel centro di detenzione di Mölndal, al militante curdo è stata notificata l’espulsione dal paese e il rimpatrio in Turchia. L’agenzia di stampa Anadolu ha riferito che l’uomo è arrivato a Istanbul venerdì sera e l’emittente locale Ntv ha confermato che il condannato è stato preso in custodia dalla polizia turca. Si tratta del primo caso di estrazione di un militante curdo come previsto dall’accordo tra Erdogan e i governi di Stoccolma ed Helsinki.

Estradizioni fondamentali per l’adesione della Svezia alla Nato

L’estradizione di sospetti ritenuti terroristi da Ankara è sempre stato uno dei punti critici nell’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato: la nazione guidata da Erdogan ritiene che i due paesi scandinavi diano sostegno ai curdi, da sempre considerati acerrimi nemici del governo nazionalista turco e per questo condannati come terroristi.

Quindi se da una parte il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, vuole che Svezia e Finlandia vengano accolte nell’Alleanza, dall’altra la Turchia sta cercando di far estradare 33 sospetti terroristi (però Tat non era nella lista) dalla Svezia e dalla Finlandia.

Per questo, gli stati nordici si sono decisi, a maggio 2022, a dare seguito alle richieste di espulsione o estradizione in attesa che la Turchia dia parere positivo circa la loro adesione alla Nato: per entrare a far parte dell’Alleanza, infatti, serve ottenere un via libera unanime da parte degli attuali 30 membri.

Gli altri paesi europei non dicono nulla

Il caso di estrazione è la dimostrazione che il negoziato avviato tra Turchia, Svezia e Nato (al quale partecipa anche la Finlandia) stia evolvendo ai danni del popolo curdo. Inoltre, il cambio di governo in Svezia, che vede per la prima volta la partecipazione dell’estrema destra, ha favorito il rispetto dell’accordo con i turchi, dato che proprio la stretta contro profughi e richiedenti asilo è stato uno dei cavalli di battaglia degli attuali partiti xeonofobi durante la campagna elettorale e ora al governo.

Il processo di adesione di Finlandia e Svezia alla Nato è ancora in attesa del via libera definitivo di tutti i paesi membri dell’Alleanza. Manca ancora il voto di Turchia e Ungheria: se quello ungherese dovesse arrivare, come da previsioni, entro i primi mesi del 2023, la risposta della Turchia è subordinata all’estradizione dei curdi. Nel silenzio generale (anche se verrebbe dire complice) degli altri paesi europei.

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