Sulla Svizzera atterrano ogni anno tremila tonnellate di nanoplastiche

Partendo dalle nanoplastiche ritrovate sulla neve ad alta quota, uno studio ha stimato la quantità che si deposita ogni anno sul territorio svizzero.

Sulle montagne della Svizzera, ogni giorno si posa uno strato invisibile di nano e nanoplastiche. Ovvero di particelle piccole e piccolissime che però, se sommate le une alle altre, raggiungono quantitativi impressionanti. Soltanto sul territorio della nazione alpina (comprese anche le zone collinari e urbane) il totale raggiungerebbe le tremila tonnellate all’anno. Ovvero un chilogrammo ogni quattordici metri quadrati.

Le nanoplastiche ritrovate a 3.106 metri di altitudine

A spiegarlo è uno studio scientifico, pubblicato dalla rivista Environmental Pollution. L’analisi è stata condotta dall’Empa (Swiss federal laboratories for materials science and technology) e si è concentrato su una zona specifica, situata a 3.106 metri d’altitudine, sulla vetta dell’Hoher Sonnblick, nel parco nazionale austriaco di Hohe Tauern. I ricercatori hanno raccolto quotidianamente campioni raccolti sulla parte superiore del manto nevoso e li hanno in seguito analizzati, osservando appunto la quantità di nanoplastiche presenti.

Sonnblick stazione meteorologica microplastiche
La stazione meteorologica sulla vetta del Sonnblick © Michael Schmid/Wikimedia Commons

Sono stati quindi incrociati tali dati con quelli meteorologici, in particolare relativi al vento, al fine di capire quale sia l’origine. Senza sorpresa, il 30 per cento delle particelle proviene quando i flussi di aria provengono dai grandi centri urbani svizzeri. Ma ciò che appare più stupefacente è che la restante parte arriva dagli oceani del mondo intero.

Si stima siano più di 8.300 milioni le tonnellate di plastica prodotte nel mondo. Di queste, il 60 per cento si è trasformato in rifiuti. Che per effetto dell’abrasione meccanica e delle intemperie si trasformano in macroparticelle, quindi in microparticelle e infine nanoparticelle. Queste ultime sono le più piccole, capaci non soltanto di finire nella catena alimentare (come nel caso delle microplastiche). Ma addirittura nei polmoni attraverso la semplice respirazione.

Il 70% arriva dagli oceani e ha viaggiato per migliaia di chilometri

Secondo i ricercatori, il 10 per cento delle nanoplastiche provenienti dai mari hanno viaggiato più di duemila chilometri, sospinte dai venti, prima di raggiungere le montagne della Svizzera. Ed è proprio grazie al quantitativo ritrovato sull’Hoher Sonnblick che è stato possibile stimare la presenza di nanoplastiche in tutta la Svizzera: si tratta di 43 miliardi di miliardi di particelle che ogni anno raggiungono la nazione alpina. Il che rappresenta, appunto, l’equivalente di tremila tonnellate.

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