Sulle montagne della Svizzera, ogni giorno si posa uno strato invisibile di nano e nanoplastiche. Ovvero di particelle piccole e piccolissime che però, se sommate le une alle altre, raggiungono quantitativi impressionanti. Soltanto sul territorio della nazione alpina (comprese anche le zone collinari e urbane) il totale raggiungerebbe le tremila tonnellate all’anno. Ovvero un chilogrammo ogni quattordici metri quadrati.
Plastic snow? As much as 3,000 tonnes of nanoplastic covers Swiss Alps every year https://t.co/fiYYm1eAuI
Le nanoplastiche ritrovate a 3.106 metri di altitudine
A spiegarlo è uno studio scientifico, pubblicato dalla rivista Environmental Pollution. L’analisi è stata condotta dall’Empa (Swiss federal laboratories for materials science and technology) e si è concentrato su una zona specifica, situata a 3.106 metri d’altitudine, sulla vetta dell’Hoher Sonnblick, nel parco nazionale austriaco di Hohe Tauern. I ricercatori hanno raccolto quotidianamente campioni raccolti sulla parte superiore del manto nevoso e li hanno in seguito analizzati, osservando appunto la quantità di nanoplastiche presenti.
Sono stati quindi incrociati tali dati con quelli meteorologici, in particolare relativi al vento, al fine di capire quale sia l’origine. Senza sorpresa, il 30 per cento delle particelle proviene quando i flussi di aria provengono dai grandi centri urbani svizzeri. Ma ciò che appare più stupefacente è che la restante parte arriva dagli oceani del mondo intero.
Si stima siano più di 8.300 milioni le tonnellate di plastica prodotte nel mondo. Di queste, il 60 per cento si è trasformato in rifiuti. Che per effetto dell’abrasione meccanica e delle intemperie si trasformano in macroparticelle, quindi in microparticelle e infine nanoparticelle. Queste ultime sono le più piccole, capaci non soltanto di finire nella catena alimentare (come nel caso delle microplastiche). Ma addirittura nei polmoni attraverso la semplice respirazione.
Il 70% arriva dagli oceani e ha viaggiato per migliaia di chilometri
Secondo i ricercatori, il 10 per cento delle nanoplastiche provenienti dai mari hanno viaggiato più di duemila chilometri, sospinte dai venti, prima di raggiungere le montagne della Svizzera. Ed è proprio grazie al quantitativo ritrovato sull’Hoher Sonnblick che è stato possibile stimare la presenza di nanoplastiche in tutta la Svizzera: si tratta di 43 miliardi di miliardi di particelle che ogni anno raggiungono la nazione alpina. Il che rappresenta, appunto, l’equivalente di tremila tonnellate.
L’albero potrebbe avere fino a mille anni, ma è stato scoperto solo dal 2009, dopo la segnalazione di una band della zona, che ora gli dedicherà un brano.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.