Nitriti e nitrati negli alimenti: le quantità devono diminuire del 20%
Un nuovo regolamento della Commissione europea riduce i limiti consentiti sull’utilizzo di nitriti e nitrati nei prodotti alimentari.
Gli additivi sono sostanze chimiche aggiunte a prodotti alimentari, cosmetici, farmaci e altri materiali per migliorarne le proprietà o prolungarne la durata. Possono essere utilizzati per conservare i prodotti, migliorare la consistenza, il colore, il sapore o l’odore, oppure per fornire specifiche proprietà nutritive o funzionali. Gli additivi alimentari sono regolamentati da normative rigorose per garantire la sicurezza dei consumatori e spesso sono indicati con numeri E sulla confezione. Tuttavia, c’è un crescente interesse per l’uso di additivi naturali e meno sintetici, riflettendo una maggiore attenzione verso prodotti più naturali e sostenibili.
Un nuovo regolamento della Commissione europea riduce i limiti consentiti sull’utilizzo di nitriti e nitrati nei prodotti alimentari.
Lo rivela uno studio che ha analizzato il consumo di cibi ultra-trasformati e lo stato di salute di 450mila europei.
Secondo uno studio, un consumo aumentato di cibi ultra-processati aumenta il rischio di malattie neurodegenerative. Il dottor Attilio Speciani ci spiega come evitarli.
Considerati i rischi per la salute derivanti dall’esposizione a nitriti e nitrati, l’Agenzia per la sicurezza alimentare francese suggerisce come ridurne l’assunzione, a partire dai salumi.
La decisione degli Stati membri arriva dopo il parere negativo dell’Efsa sulla sicurezza del colorante E171 usato nell’industria alimentare.
Secondo gli scienziati, per il biossido di titanio, colorante dalla sigla E171, non è possibile stabilire una dose di assunzione che non comporti rischi.
Una commissione d’inchiesta del Parlamento francese ha prodotto una relazione per spiegare i problemi legati ai cibi ultra-processati, proponendo soluzioni per ridurre gli additivi e ottenere etichette più trasparenti.
Materie prime di qualità, niente coloranti e grassi idrogenati, sono le caratteristiche principali di un gelato qualità. Ma come si riconosce una gelateria “buona”, ovvero sostenibile?
Parliamo di Galatea, azienda che produce semilavorati per la gelateria artiginale con materie prime di qualità, colori naturali, senza addensanti e grassi idrogenati, rispettando l’ambiente e a sostegno delle persone svantaggiate.
Come per tutti i prodotti alimentari, la qualità del gelato si può riconoscere leggendo l’etichetta. Un esperto ci spiega come fare e ci racconta come nella sua azienda gli elementi chimici e di sintesi lascino il posto a componenti naturali per ottenere un gelato “libero”.