Il Myanmar sta revocando la cittadinanza ai dissidenti politici
33 persone tra diplomatici, politici, attivisti e celebrità hanno perso la cittadinanza del Myanmar a causa della loro opposizione al governo militare.
33 persone tra diplomatici, politici, attivisti e celebrità hanno perso la cittadinanza del Myanmar a causa della loro opposizione al governo militare.
Una donna rohingya, Hasina Begum, è stata deportata dall’India al Myanmar. E lo stesso rischiano centinaia di altri rifugiati della minoranza musulmana.
Una scuola per rifugiati rohingya del Bangladesh è stata chiusa dalle autorità locali. Che stanno restringendo sempre più i diritti della minoranza musulmana.
Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, la minoranza rohingya ha fatto causa a Facebook per aver permesso la diffusione di post che incitavano alla violenza.
L’ex capo di governo del Myanmar, Aung San Suu Kyi, è stata ritenuta colpevole da un tribunale birmano di aver incitato alla ribellione.
È la terza amnistia in Myanmar dal colpo di stato dell’esercito di febbraio 2021. La comunità internazionale la giudica però una misura di facciata.
Aung San Suu Kyi deve rispondere di numerosi capi d’accusa, in diversi processi. Il primo di questi è partito il 14 giugno.
Le violenze dell’esercito nel Myanmar orientale hanno provocato lo sfollamento di circa 100mila persone, che hanno disperato bisogno di cibo e acqua.
Un’inchiesta del quotidiano francese Le Monde accusa la compagnia petrolifera Total di finanziare di fatto la dittatura militare nel Myanmar.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato le violenze contro la popolazione nel Myanmar. La giunta evita però le sanzioni.