Salvare l’ozono ci ha permesso di ritardare i cambiamenti climatici
Grazie al Protocollo di Montréal abbiamo ritardato di 15 anni uno degli effetti più gravi del riscaldamento globale: la fusione totale dei ghiacci artici.
Grazie al Protocollo di Montréal abbiamo ritardato di 15 anni uno degli effetti più gravi del riscaldamento globale: la fusione totale dei ghiacci artici.
Il buco dell’ozono si sta chiudendo. Un risultato ottenuto grazie alla cooperazione tra stati e l’applicazione di accordi ambientali. Un esempio da seguire.
Uno studio ha dimostrato che la stratosfera si è ridotta di 400 metri negli ultimi 40 anni e continuerà a farlo se non diminuiranno le emissioni di CO2.
Il buco dell’ozono che si era sviluppato sopra l’Antartide a partire da agosto è stato uno dei più ampi e tenaci di sempre.
Il servizio europeo Copernicus ha spiegato che il buco dell’ozono nel 2020 è tornato ad essere uno dei più ampi e profondi degli ultimi anni.
Secondo l’Ipcc, l’ozono troposferico e il black carbon contribuiscono direttamente al riscaldamento globale. Combattere per un pianeta meno inquinato significa quindi contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico e a salvare gli ecosistemi.
Secondo le previsioni scientifiche, il buco dell’ozono quest’anno sarà particolarmente ridotto, per via di un fenomeno stratosferico.
Le indicazioni fornite dagli scienziati nel 2016 sono state confermate da uno studio delle Nazioni Unite: il buco dell’ozono si sta chiudendo.
In una dichiarazione pubblicata sulla rivista scientifica americana Bioscience, oltre 15mila scienziati di 184 Paesi, valutando i progressi dal 1992 a oggi, concludono che presto “sarà troppo tardi” per salvare la Terra. L’appello è firmato esattamente da ben 15.364 studiosi. Nel 1992 la Union of Concerned Scientists aveva radunato più di 1700 scienziati e lanciato il “World Scientists’ Warning
Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute umana potrebbero essere pesanti e generalizzati. 250mila morti in più all’anno nel 2050 secondo l’Oms.