21 alberi abbattuti al secondo: ecco l’eredità di Bolsonaro in Amazzonia
L’era di Bolsonaro è finita. Ora si contano gli alberi abbattuti in Amazzonia: tra il 2019 e il 2022 è un’area grande una volta e mezza Rio de Janeiro.
L’era di Bolsonaro è finita. Ora si contano gli alberi abbattuti in Amazzonia: tra il 2019 e il 2022 è un’area grande una volta e mezza Rio de Janeiro.
L’allevamento del bestiame in Brasile è responsabile della deforestazione in Amazzonia con numeri impressionati: 800 milioni di alberi abbattuti in sei anni.
Da gennaio, data dell’insediamento di Lula, il Brasile ha visto un crollo della deforestazione amazzonica. L’era Bolsonaro sembra già lontana.
Favorire la riforestazione educando i giovani alla conservazione. Come l’attivista del Kenya Benard Kioko Ndaka sta combattendo la crisi climatica.
In Amazzonia il progetto aquila arpia cerca di salvare l’aquila più grande del mondo. Ricerca, monitoraggio e fotografie le chiavi per la sua conservazione
Come per la foresta amazzonica, anche per la savana tropicale in Brasile i dati indicano una perdita gigantesca di vegetazione.
Le aziende dovranno dimostrare che i propri prodotti non abbiano contribuito alla deforestazione. Il Parlamento europeo voterà la legge a inizio anno.
Le tre nazioni, in piena Cop27 e alla vigilia del G20 hanno lanciato un patto anti-deforestazione. Ma già ne avevano siglato uno un anno fa.
Negli ultimi quattro decenni gli abitanti del Nepal hanno portato avanti un imponente sforzo di riforestazione. E i risultati si vedono.
Un’inchiesta giornalistica ha denunciato che il colosso Jbs avrebbe acquistato soia e mais da coltivazioni su terreni deforestati illegalmente per nutrire polli esportati in tutto il mondo.