L’espansione dei terreni agricoli è la più grande minaccia per le foreste, sostiene la Fao
Il Congresso mondiale sulle foreste della Fao fa luce sulle cause della deforestazione. Ed esorta a triplicare gli investimenti nella gestione forestale.
Il Congresso mondiale sulle foreste della Fao fa luce sulle cause della deforestazione. Ed esorta a triplicare gli investimenti nella gestione forestale.
Da qualche anno la distruzione della foresta tropicale primaria procede a un ritmo costante. Nel 2021 l’area andata persa è pari a 3,75 milioni di ettari.
Le piante selvatiche, inserite in migliaia di prodotti di consumo quotidiano, sono sempre più vulnerabili. Un rapporto Fao lancia l’allarme.
Una nota ministeriale consente la sostituzione nei cibi dell’olio di girasole con altri oli vegetali correggendo le etichette già stampate. Il rischio di un ritorno dell’olio di palma.
Siccità e deforestazione stanno compromettendo la salute dell’Amazzonia: secondo una nuova ricerca, i danni diventeranno presto irreversibili.
In Kenya, una comunità rurale ha piantato 300mila alberi ripristinando metà di una foresta un tempo devastata dalle attività minerarie e dai taglialegna.
La moratoria per proteggere la foresta amazzonica dalle coltivazioni di soia è stata ritenuta come una vittoria. Nonostante ciò, ha alcuni punti deboli.
Pochi giorni dopo la fine della Cop26 l’amministrazione Biden ha assunto decisioni contraddittorie sulle licenze per estrarre petrolio e gas naturale.
Soia, carne bovina, olio di palma, legno, cacao e caffè dovranno essere importati solo se sarà possibile certificarne la provenienza. Si va verso prodotto a “deforestazione zero”.
Solo dopo la fine della Cop26 sono stati pubblicati i dati aggiornati sulla deforestazione in Amazzonia. I peggiori degli ultimi 15 anni.