L’Italia frana sempre di più e non abbiamo una cartografia geologica adeguata
L’alluvione a San Felice a Cancello, in Campania, conferma la fragilità del nostro territorio. Ma le misure di prevenzione stentano ad arrivare.
L’alluvione a San Felice a Cancello, in Campania, conferma la fragilità del nostro territorio. Ma le misure di prevenzione stentano ad arrivare.
Gli ingegneri naturalistici parlano di “rischio idrogeocementizio” anziché idrogeologico per sottolineare l’incidenza dell’edilizia sulle alluvioni.
Siamo stati in Emilia-Romagna, dove i cittadini provano a recuperare ciò che resta delle loro case dopo l’alluvione, insieme a migliaia di volontari.
Il problema è sociale, non scientifico: il caso dell’alluvione delle Marche del 2022 è lo specchio del rischio di disastri ambientali causati da abusivismo edilizio e mancata cura del territorio.
Almeno il 30% del patrimonio edilizio esistente è vuoto, la popolazione è in calo, ma si continua a costruire. Serve una legge per arrestare il consumo di suolo: l’appello arriva anche dalla Corte dei conti.
Il Parlamento ha approvato la manovra finanziaria per il 2020: vale 32 miliardi di euro. Molti i commi che riguardano ambiente e clima: arriva la plastic tax, un pacchetto di misure per il Green new deal, incentivi per la rigenerazione. Ma non si potrà più chiedere lo sconto dell’ecobonus in fattura.
Piogge, crolli, esondazioni. L’Italia appare nella morsa dei cambiamenti climatici, ma anche di dissesto idrogeologico e mancata prevenzione. Per il presidente della Società italiana di geologia ambientale, Antonello Fiore, ci vuole un programma decennale per rimediare.
Come dimostrano gli eventi meteorologici estremi dello scorso autunno, all’Italia serve un piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Il governo dichiari subito l’emergenza climatica.
Nel 2017 il cemento è aumentato di 52 chilometri quadrati, anche in zone a rischio idrogeologico. La legge per lo stop al consumo di suolo entro il 2050 è ferma da due anni in parlamento.
Il sottosuolo di Roma è un’intrico di cavità non ancora mappate. Per scongiurare incidenti è necessario dar vita a una cabina di regia unica che affronti anche la questione del dissesto idrogeologico.