A Ecomondo abbiamo trovato le magliette più “circolari” di sempre
“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trasformare un rifiuto in qualcosa di meraviglioso”. L’intervista a Matteo Longo, direttore generale di Bioforcetech.
La transizione da un modello economico lineare all’economia circolare è indispensabile per preservare le risorse del pianeta ed evitare di produrre rifiuti che è difficile smaltire. Ma cos’è di preciso l’economia circolare? Il processo ha inizio con l’adozione di un pensiero sistemico e trasversale che prevede di ridurre la quantità di materie prime inserite nel sistema, ridisegnare beni e cicli manifatturieri, allungare il tempo di vita del prodotto e garantire la riparabilità dei beni e la loro permanenza nel sistema economico. Attraverso il recupero e il riutilizzo, si riduce l’impatto ambientale dei cicli produttivi e ad avere un manufatto che, riciclo dopo riciclo, acquista valore. In questo modo, si riduce al minimo la quantità di rifiuti generati: questi ultimi andranno poi differenziati e riciclati, adottando le migliori tecnologie disponibili. L’economia circolare non va quindi confusa con la raccolta differenziata, perché quest’ultima è soltanto una delle strategie a disposizione, da adottare soltanto per quella quota di rifiuti che è inevitabile produrre. Per riassumere i pilastri dell’economia circolare, si parla delle cosiddette 4 R: riduzione, riuso, riciclo e recupero. Stando al Circularity gap report 2021, oggi l’economia globale è circolare soltanto per l’8,6 per cento. Ciò significa che il restante 91,4 per cento delle risorse non trova una seconda vita ed è destinato allo smaltimento: andando avanti così, l’umanità emetterà 65 miliardi di tonnellate di gas a effetto serra entro il 2030. Per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima, questo tasso di circolarità deve almeno raddoppiare. L’Unione europea da anni spinge questa transizione. L’Italia è uno dei paesi membri più virtuosi: le maglie imprenditoriali sono impegnate nel miglioramento delle proprie prestazioni e nella realizzazione di prodotti riciclati che comunichino l’attenzione alla bellezza e al rispetto dell’ambiente. Ne è un esempio la collezione Circle di oggetti per la casa e la vita all’aperto realizzata da Fratelli Guzzini con plastica post consumo.
“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trasformare un rifiuto in qualcosa di meraviglioso”. L’intervista a Matteo Longo, direttore generale di Bioforcetech.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Con Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, abbiamo esplorato i temi chiave degli Stati generali della green economy 2024 il 5 e 6 novembre.
Mancano ancora alcuni mesi a Ecomondo, ma già fervono i preparativi: noi seguiremo il “viaggio” verso la fiera 2024 e racconteremo le novità.
La startup italiana Giotto Circular propone un supporto concreto per analizzare e implementare i principi dell’economia circolare nei processi produttivi.
Dagli scarti della plastica all’arredo di design: Plastiz è una startup italiana al lavoro per l’economia circolare.
Honda racconta la sua visione della mobilità futura con l’iniziativa Triple action to zero: economia circolare e carbon neutrality fra i pilastri della transizione.
Gruppo Aeffe presenta il suo approccio responsabile al business per concretizzare l’impegno nella transizione ecologica, senza rinunciare all’efficienza.
Torino sceglie di puntare su imballaggi riutilizzabili nei supermercati e sul cibo per raggiungere la neutralità climatica.
Il progetto di Simbiosi punta all’emulazione della natura con smart land e connessione coi territori: nessuno spreco e rispetto della tassonomia europea.