Finanza responsabile in Italia, a che punto siamo
La finanza responsabile continua a crescere in Europa. E l’Italia non fa eccezione, ma il cammino è lungo e il lavoro da fare è tanto.
La finanza responsabile continua a crescere in Europa. E l’Italia non fa eccezione, ma il cammino è lungo e il lavoro da fare è tanto.
C’è una buona notizia per tutti coloro che sono attenti a investire il proprio denaro in modo responsabile: negli ultimi cinque anni, le autorità di tutto il mondo hanno messo il piede sull’acceleratore, approvando centinaia di incentivi alla finanza sostenibile. È quanto emerge dal report “Il sistema finanziario che vogliamo”, pubblicato dall’Unep, l’agenzia per l’ambiente
Una borsa dedicata esclusivamente allo scambio di titoli “verdi”. È stata aperta a fine settembre in Lussemburgo ed è un’altra piccola vittoria simbolica della finanza green, che di anno in anno cresce a livello di volume, importanza e attenzione. Una piazza borsistica dedicata solo alla finanza green La nuova “casa” della finanza green si
Il 66% dei francesi non ha mai sentito parlare di investimento socialmente responsabile. Un cattivo risultato dovuto alla loro scarsa pubblicità.
I fondi etici non so tutti uguali. I risparmiatori meritano di essere informati per non rischiare di finanziare società contrarie ai loro princìpi.
Riformare il mercato finanziario per accelerare la transizione ecologica. Ecco cosa chiede una coalizione di investitori e fondi pensione all’Europa.
L’investimento è sostenibile e responsabile se prende in analisi non solo i fattori finanziari ma anche le istanze Esg: environmental, social e governance.
Il primo fondo obbligazionario del Regno Unito nato per sostenere i progetti con un impatto sociale ha appena tagliato un importante traguardo: gli investimenti hanno toccato la quota di 100 milioni di sterline, pari a poco meno di 119 milioni di euro. A dare la notizia è Good With Money, sito specializzato sui temi della finanza etica e
Ci sono 7 modi diversi per investire responsabilmente i propri capitali: dall’esclusione delle aziende “poco etiche” all’azionariato attivo.
I principi per l’investimento responsabile dell’Onu compiono dieci anni: le adesioni continuano a crescere, ma è ancora scarna la presenza dell’Italia.