Cos’è il ripristino degli ecosistemi, la sfida a cui l’Onu ha dedicato questo decennio
La Giornata dell’ambiente 2021 ci esorta ad agire per il ripristino degli ecosistemi danneggiati dall’uomo. Un tema a cui l’Onu ha dedicato il decennio.
La Giornata dell’ambiente 2021 ci esorta ad agire per il ripristino degli ecosistemi danneggiati dall’uomo. Un tema a cui l’Onu ha dedicato il decennio.
Sei anni fa l’Indonesia era avvolta dal fumo degli incendi, oggi viene citata come esempio per la lotta alla deforestazione. Ma il quadro resta delicato.
Le mappe basate sui dati di Global forest watch permettono di ottenere una fotografia della copertura boschiva nel mondo e della deforestazione.
Durante l’anno appena trascorso la foresta tropicale è andata distrutta a ritmi allarmanti. Preoccupano soprattutto i dati in arrivo dal Brasile.
Siamo tutti alle prese con una pandemia che finora ha colpito 123 milioni di persone in tutto il mondo, con 2,7 milioni di morti, innescando al tempo stesso la più grave recessione economica dal secondo Dopoguerra. Da tempo gli esperti ci avvertono del fatto che non si tratta solo di una sciagurata casualità, perché la
La Giornata delle foreste, che si celebra il 21 marzo, è un’occasione per riflettere su cosa davvero è necessario per salvaguardare le aree boschive.
Superare la netta separazione che abbiamo creato tra foreste, colture ed allevamenti animali può aumentare la biodiversità e mitigare i cambiamenti climatici. Proprio come in passato, andiamo alla scoperta dell’agroforestazione.
Il 3 marzo, Giornata mondiale della natura, si celebra la biodiversità del nostro Pianeta. Dalla vita negli abissi a quella sulle cime degli alberi, quest’anno protagonisti.
Si può votare fino al 28 febbraio l’albero monumentale preferito. Quello che racconta la storia più avvincente, o che meglio rappresenta la storia di un territorio.
Puntare tutto sullo stoccaggio di carbonio nelle foreste per mitigare le emissioni di CO2 e i cambiamenti climatici potrebbe essere la scelta sbagliata. La buona notizia è che esistono altre pratiche forestali “climaticamente intelligenti”.