9 anni di guerra in Siria. Idlib è ancora un inferno
Forze governative e ribelli, assieme a Russia e Turchia, continuano ad affrontarsi in Siria. Nella provincia di Idlib è in corso una catastrofe umanitaria
Forze governative e ribelli, assieme a Russia e Turchia, continuano ad affrontarsi in Siria. Nella provincia di Idlib è in corso una catastrofe umanitaria
Il presidente della Turchia Erdogan singe verso l’Europa decine di migliaia di migranti, soprattutto siriani, che vengono respinti dalla Grecia.
Sabato 29 febbraio è stato posto un primo tassello per il raggiungimento della pace in Afghanistan, dopo 18 anni di guerra. Ma non mancano le incognite.
I conflitti armati scoppiati nel continente africano negli ultimi decenni sono stati la principale causa del declino delle popolazioni di animali selvatici e minacciano tuttora gli sforzi di conservazione.
Gli Stati Uniti non avevano mai bombardato così duramente l’Afghanistan come nel 2019. All’aumentare delle bombe, aumentano anche le vittime fra la popolazione civile.
Il tempo è quasi scaduto. È questo il monito che arriva dal Doomsday clock (l’orologio dell’apocalisse), che ora segna soli 100 secondi alla mezzanotte, mai così vicino allo scadere simbolico del giorno, da quando è stato creato nel 1947. La minaccia nucleare dei primi giorni del 2020, la mancanza di un’azione decisa sui cambiamenti climatici
L’avanzata della Turchia verso la Siria mira a rilanciare il settore delle costruzioni attraverso un progetto per dare alloggio a 2 milioni di rifugiati. Un regalo alle aziende chiave del Paese.
Per oltre una settimana la Turchia ha attaccato il Rojava, a maggioranza curda: la situazione secondo l’ong Un ponte per e l’Ufficio informazione per il Kurdistan. Il cessate il fuoco sta per terminare.
10 milioni di persone vittime di guerra, mine antiuomo e povertà sono state curate da Emergency in 18 paesi del mondo. Sostenere l’organizzazione vuol dire questo: esserci e combattere perché le cure gratuite e di qualità siano garantite a ogni essere umano.
Le parole di papa Francesco sono “rivoluzionarie”. Nel suo viaggio in Africa si è speso per contrastare un mercato illegale di 213 miliardi di dollari l’anno. Quello del bracconaggio e dei crimini di natura.