Emissioni di CO2 legate all’energia mai così alte come nel 2023
Malgrado gli impegni, le emissioni di CO2 legate al settore dell’energia hanno segnato un nuovo record nel 2023, arrivando a 37,4 miliardi di tonnellate.
L’Ipcc è l’Intergovernamental panel on climate change: il Gruppo di esperti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, al quale vengono affidati i più importanti studi sul riscaldamento globale, che fungono poi da base per i negoziati tra gli stati di tutto il mondo al fine di trovare le strade per limitare la crescita della temperatura media sulla superficie della Terra. In particolare quelli che si tengono nel corso delle Conferenze delle parti (Cop), summit mondiali sul clima che si tengono una volta l’anno. Ha sede a Ginevra, in Svizzera, e fu istituito nel 1988 sotto l’egida dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) e del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Pnue). Si tratta di un organismo aperto tutti i paesi membri dell’Onu: ne fanno parte per questo 195 stati. Le valutazioni dell’Ipcc si basano sull’analisi delle pubblicazioni scientifiche e tecniche apparse in tutto il mondo. Gli esperti si occupano pertanto di operare una sintesi critica, che prende la forma di corposi rapporti pubblicati di anni l’uno dall’altro (il primo apparve nel 1990; l’ultimo, il sesto, è stato diffuso tra il 2021 e il 2023). Si tratta di documenti alla cui stesura partecipano centinaia di scienziati provenienti da tutto il mondo, convalidati all’unanimità dopo minuziose riletture, e che vengono quindi consegnati ai decisori politici.
Malgrado gli impegni, le emissioni di CO2 legate al settore dell’energia hanno segnato un nuovo record nel 2023, arrivando a 37,4 miliardi di tonnellate.
Gravità, urgenza e speranza sono le parole chiave dell’ultimo rapporto di sintesi dell’Ipcc, il gruppo di esperti sui cambiamenti climatici.
Uno studio spiega come la fusione della calotta della Groenlandia sia stata finora sottostimata. E con essa la risalita del livello dei mari.
L’ultimo capitolo della trilogia del clima scritta dall’Ipcc ci dà ancora 3 anni di tempo per salvarci, poi saremo fossili.
Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, nel corso di una conferenza, ha definito “folle” continuare a bruciare fonti fossili.
La crisi climatica corre veloce, le nostre azioni no. L’Ipcc ha presentato i risultati del secondo gruppo di lavoro del sesto rapporto di valutazione (Ar6).
Pur avendo contribuito solo in minima parte alla crisi climatica, gli stati africani dovranno sobbarcarsi gli enormi costi per l’adattamento.
Grazie a un nuovo tool della Nasa messo a punto con l’Ipcc, si potrà vedere di quanto si innalzerà il livello del mare nei prossimi decenni.
Il 9 agosto l’Ipcc ha presentato i risultati del primo gruppo di lavoro del sesto rapporto di valutazione (Ar6). La conclusione? Agire adesso contro la crisi climatica o vivremo in emergenza continua.
Pubblicata una bozza del prossimo rapporto dell’Ipcc sui cambiamenti climatici. I cui toni sono drammatici, soprattutto per le nuove generazioni.