
Nel 2020 sono stati uccisi 42 giornalisti nel mondo, 13 solo in Messico
Secondo l’International federation of journalists, nel 2020 nel mondo sono stati uccisi 42 giornalisti e ne sono stati imprigionati 235.
Secondo l’International federation of journalists, nel 2020 nel mondo sono stati uccisi 42 giornalisti e ne sono stati imprigionati 235.
Sono passati due anni da quando, per volere di Donald Trump, migliaia di famiglie sono state divise perché cercavano di entrare illegalmente negli Usa. Ma i genitori di 545 bambini sono ancora irreperibili.
Adán Vez Lira, che si opponeva a un impattante progetto minerario, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nello stato di Veracruz.
Pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo di Homero Gómez González, un altro conservazionista è stato assassinato.
Le cause della morte non sono ancora state rese note, ma l’omicidio sarebbe legato alla sua battaglia contro i trafficanti di legname.
Nello Stato del Guerrero, nel sud-ovest del Messico, le strade sono comandate dai narcos e per andare a scuola si muore. Per proteggersi dalle bande criminali, quasi cento bambini si sono uniti ufficialmente al corpo di polizia della comunità.
Più di 4.000 persone sono partite dall’Honduras formando una carovana diretta negli Stati Uniti. Bloccati al confine tra Messico e Guatemala, molti hanno cercato di varcare la frontiera via fiume, scontrandosi con la polizia messicana.
Ancora una vittima a Ciudad Juarez: è Isabel Cabanillas, 26 anni, madre, artista e attivista. Le donne continuano a scendere in piazza urlando: “Non siamo carne da macello”. Dal 1993 ad oggi, in quest’area di confine tra Messico e Stati Uniti, sono state uccise più di 1.500 ragazze.
Adrián López Velarde e Marte Cazárez hanno dato vita a Desserto, il primo brand che produce pelle a partire dal fico d’India, nel rispetto degli animali e dell’ambiente.
La senatrice conservatrice Jeanine Añez si è proclamata presidente della Bolivia. L’ex capo di stato Evo Morales: “È un golpe”.