Papillon, l’orso che ama la libertà è ancora rinchiuso
La vicenda dell’orso Papillon, ingiustamente detenuto per la sua voglia di libertà, è anche il simbolo della natura che si ribella al predominio dell’uomo.
La vicenda dell’orso Papillon, ingiustamente detenuto per la sua voglia di libertà, è anche il simbolo della natura che si ribella al predominio dell’uomo.
È stato revocato il precedente divieto imposto da Obama e sarà possibile cacciare nelle riserve nazionali anche utilizzando esche e trappole.
Dopo nove mesi di vagabondaggio, l’orso, accusato di essere responsabile della maggior parte delle predazioni ai danni del bestiame in Trentino, è stato intrappolato.
La ong Free the bears ha aperto una santuario di montagna in Laos per gli orsi e, entro il 2022, mira a chiudere tutte le fattorie con l’aiuto del governo.
È stato pubblicato il rapporto Grandi carnivori 2018, che analizza lo stato di salute di orsi, lupi e linci e le criticità legate alla loro gestione.
Via libera agli abbattimenti dunque. O forse no. La questione non è ancora dipanata del tutto perché, se da una parte le giunte regionali del Veneto e le province autonome di Trento e Bolzano, appoggiate anche dal Piemonte stanno votando piani di gestione di lupi e orsi che prevedono la cattura e l’abbattimento, dall’altro il
Gli animali, appartenenti a una sottospecie a forte rischio estinzione, sarebbero affogati in una vasca di raccolta dell’acqua. E non è la prima volta.
Catturato nel tentativo di attrezzarlo di radiocollare, l’orso marsicano Mario è deceduto nella notte. Il personale del parco e il Wwf confermano che non è stato ucciso dal narcotico.
Il tribunale ha assolto Antonio Centofanti accettando la sua versione secondo cui il colpo con cui ha ucciso l’orso sarebbe partito per sbaglio.
Il 13 marzo si è svolto il primo convegno nazionale sulla conservazione degli orsi, in particolare l’orso malese e l’orso tibetano, del Myanmar.