Mar Nero, una tempesta travolge due petroliere russe: ancora ignota l’entità dei danni ambientali
Il 15 dicembre una petroliera russa si è spezzata a metà e un’altra è rimasta incagliata, riversando combustibile nello stretto di Kerch.
Il 15 dicembre una petroliera russa si è spezzata a metà e un’altra è rimasta incagliata, riversando combustibile nello stretto di Kerch.
La petroliera Trinity Spirit ha preso fuoco al largo della Nigeria. Dieci persone a bordo. Si teme una catastrofe ambientale.
La petroliera Safer, abbandonata da anni nel mar Rosso, potrebbe cedere da un momento all’altro. Esponendo lo Yemen a enormi rischi ambientali e umanitari.
La petroliera MV Wakashio, incagliata alle Mauritius dal 25 luglio, ha perso tonnellate di idrocarburi. E ora rischia di spezzarsi in due.
La deflagrazione con molta probabilità è stata causata da due missili causando sversamento di petrolio nel Mar Rosso.
Un paradiso terreste di 13mila chilometri quadrati, irrimediabilmente compromesso da quasi un secolo di estrazioni sconsiderate. Così il lago di Maracaibo in Venezuela è diventato nero.
Gli attacchi alle petroliere nel golfo di Oman sono un segnale di come i combustibili fossili siano ancora un elemento negativo negli equilibri geopolitici internazionali. Un equilibrio che si può spezzare grazie alle rinnovabili.
Le grandi società petrolifere investono miliardi in progetti che potrebbero rivelarsi inutili nell’arco di qualche anno. Lo dice un’analisi di Bloomberg.
Oltre cento super-petroliere sono bloccate al largo dei porti di tutto il mondo. Con duecento milioni di barili a bordo.
L’incidente nella notte di mercoledì. Sversati in mare circa 2500 litri di greggio al largo delle coste di Imbè.