Nel 2019 Taiwan era stato il primo paese asiatico a riconoscere i matrimoni gay. Ora con le adozioni arriva un altro step decisivo nel campo dei diritti Lgbt+.
Nel dicembre scorso un tribunale di Taiwan si era pronunciato contro la legge che non riconosce i figli adottati dalle coppie gay.
L’assemblea legislativa si è messa al lavoro e ora ha approvato una legge che riconosce l’adozione.
Taiwan oggi è un modello in Asia e nel mondo per quanto riguarda il riconoscimento dei diritti Lgbt+.
L’assemblea legislativa di Taiwan ha approvato un disegno di legge che consente alle coppie omosessuali di adottare bambini. L’isola indipendente de facto, che la Cina continua a considerare parte del proprio territorio, nel 2019 era stato il primo paese asiatico a riconoscere i matrimoni gay. Negli anni successivi si è fatta sempre più sentire la pressione dei movimenti locali per i diritti civili, che hanno chiesto piena uguaglianza tra le famiglie tradizionali e quelle arcobaleno, anche dal punto di vista delle adozioni. Ora l’ultimo step è stato compiuto.
I primi passi di Taiwan sui diritti Lgbt+
Nel 2017 la Corte costituzionale di Taiwan aveva stabilito che la legge esistente – che limitava il matrimonio all’unione tra un uomo e una donna – era incostituzionale. L’assemblea legislativa si era così messa al lavoro e nel 2019 è arrivata una nuova normativa, che ha ufficialmente riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Si è trattata di una decisione storica, perché fino a quel momento nessun paese asiatico aveva mai legiferato in quella direzione. Ma il processo riformatore non si è arrestato. I movimenti locali per i diritti civili hanno sottolineato come fosse discriminatorio il fatto che solo le coppie eterosessuali e i single potessero adottare bambini a cui non sono imparentati. Alcune coppie omosessuali si sono adattate registrano solo uno dei due genitori, un rischio nel caso di sua morte perché di fatto l’altro genitore non sarebbe stato riconosciuto come tale e avrebbe perso il figlio. E la battaglia è andata avanti.
Un modello per i diritti civili
Nel dicembre scorso qualcosa è cambiato sul tema delle adozioni gay a Taiwan. Una coppia omosessuale della città di Kaohsiung ha citato in tribunale la legge del paese sul tema, sottolineando come il bambino da loro adottato non potesse riconoscere entrambi i genitori come tali, quantomeno dal punto di vista legale. Il giudice ha emesso una sentenza storica: un bambino non può essere discriminato in base allo status dei suoi genitori. Di fatto, una richiesta di riconoscimento delle adozioni per le coppie omosessuali.
"New same-sex adoption law proves there is social consensus in Taiwan to protect LGBTQ rights."
Fang Chi, public policy director at Taiwan Alliance to Promote Civil Partnership Rights discusses the new law's significance with TaiwanPlus reporter @joycetsengtw. pic.twitter.com/TUfUYy6fQN
Per qualche mese le cose non sono cambiate e anzi, altri tribunali hanno rigettato cause simili. Ma ora a Taiwan è arrivata la svolta. L’assemblea legislativa ha approvato un disegno di legge che riconosce ufficialmente la possibilità di adozione per le coppie gay. Le associazioni locali per i diritti civili, come la Taiwan alliance to promote civil partnership rights, hanno parlato di un passo decisivo per il riconoscimento della piena uguaglianza. “Il successo di oggi dimostra che l’obiettivo comune a Taiwan è quello di proteggere i diritti umani delle persone Lgbt+ e promuovere l’uguaglianza di genere”, ha dichiarato. Taiwan è sempre più un modello asiatico, ma più in generale globale, per quanto riguarda il riconoscimento dei diritti e delle libertà di base.
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