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Il presidente Magufuli è irremovibile. La diga nella gola di Stiegler si farà, nonostante gli allarmi sui danni ambientali che causerebbe alla riserva naturale Selous, un patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Il governo della Tanzania ha inaugurato la costruzione della diga della gola di Stiegler, conosciuta anche come il progetto idroelettrico di Rufiji. Verrà costruita sul fiume Rufiji, all’interno della riserva faunistica Selous, patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 1982 e una delle aree naturali più iconiche dell’Africa rimasta relativamente indisturbata dalle attività umane. Secondo le autorità la struttura idroelettrica sarà alta 130 metri e larga 700 e ricoprirà un’area di 1.350 chilometri quadrati, con una capacità di trattenere 34 miliardi di metri cubi d’acqua. Il progetto, che si stima incrementerà la capacità produttiva di energia elettrica del paese (oggi irregolare) di 2.115 megawatt, è stato assegnato a due compagnie egiziane, la El Sewedy electric Co. e la Arab contractors, con un contratto dalla cifra sbalorditiva di 3,6 miliardi di dollari.
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Tuttavia, diversi esperti internazionali hanno messo in discussione la sua realizzabilità economica, sostenendo che il costo potrebbe arrivare fino a 9,8 miliardi di dollari, più del doppio dell’attuale budget, rendendo improbabile un ritorno economico dell’investimento in tempi brevi, considerato anche che la data di completamento dell’opera prevista per il 2021 sarà probabilmente prorogata di almeno sei anni.
Gli ambientalisti, che proprio negli ultimi anni hanno cautamente iniziato a celebrare il declino del bracconaggio in Tanzania, considerano la costruzione della diga una catastrofe e hanno chiesto ripetutamente che il progetto venga fermato. In una lettera al presidente della Tanzania John Magufuli, la direttrice generale dell’Unesco Audrey Azoulay ha espresso le sue preoccupazioni riguardo la minaccia che costituirà la diga. “Temiamo che la decisione di continuare con la costruzione della diga Stiegler avrà un impatto devastante e irreversibile sull’ecosistema unico di Selous, e che metterà in pericolo il potenziale dell’area per contribuire a uno sviluppo sostenibile”.
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Una revisione indipendente commissionata dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) sottolinea l’inadeguatezza della valutazione dell’impatto ambientale del progetto, in cui non sono state affrontate in modo credibile le conseguenze specifiche sul valore di patrimonio dell’umanità di questa area. Peter Shadie, direttore del Programma patrimonio dell’umanità dell’Iucn, sostiene che la costruzione di un’imponente struttura idroelettrica all’interno di un sito Unesco sia incompatibile con lo status di area protetta, e aggiunge che il progetto prevederebbe anche uno sviluppo estensivo delle infrastrutture e la deforestazione di circa 1.000 chilometri quadrati al centro della riserva Selous.
“Il progetto della diga della gola di Stiegler è inaccettabile. Colpirebbe dritto al cuore la riserva Selous, con conseguenze catastrofiche per la natura e l’habitat della zona. L’impegno a proteggere le aree patrimonio dell’umanità per le generazioni future deve essere collettivo, un impegno che né la Tanzania né qualsiasi altro stato può scegliere di ignorare”.
In risposta, il gruppo ambientalista Green world warriors ha lanciato una petizione per chiedere al governo della Tanzania di fermare immediatamente la costruzione della diga. “Gli ambientalisti temono la distruzione finale di un’area protetta già seriamente compromessa”, dove il bracconaggio ha ridotto la popolazione di elefanti del 90 per cento dal 1982, scrive l’organizzazione. “Non c’è dubbio che la Tanzania abbia un forte bisogno di una rete elettrica migliore, ma il progetto di questa diga non è la soluzione”.
Durante la 41a sessione del Comitato del patrimonio mondiale svoltasi in Polonia nel luglio 2017 una delegazione del governo della Tanzania ha confermato la convinta decisione del Paese di realizzare il progetto, sottolineando che la costruzione della diga è in programma già dagli anni 60, quindi da prima che alla riserva Selous fosse conferito lo status di patrimonio dell’umanità. Il presidente Magufuli, dalla sua, è irremovibile: “Questo è l’inizio della liberazione economica. Nel nostro Paese solo il dieci per cento della popolazione è connessa alla rete elettrica nazionale e questo è inaccettabile”. E dopo la reazione negativa degli ambientalisti ha minimizzato i rischi per l’ambiente, sostenendo che grazie all’incremento della produzione di energia gli abitanti della zona non dovranno più abbattere alberi per produrre carbone vegetale. Ha anche aggiunto che la diga ricoprirà solo il tre per cento della riserva Selous, e che non ascolterà più chi critica il progetto “senza conoscere i fatti”.
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Negli ultimi anni Magufuli è stato accusato di governare il suo Paese con il pugno di ferro. Dalla sua salita al potere nel 2015 diversi giornali indipendenti sono stati chiusi e più di venti parlamentari dell’opposizione sono stati arrestati. Tundu Lissu, parlamentare dell’opposizione e una delle voci principali di critica a Magufuli, ha ricevuto sedici colpi di arma da fuoco nel 2017 e la sua vita è in pericolo per aver sfidato il governo. Persino mettere in dubbio pubblicamente l’importanza di questa diga è rischioso e il governo ha fatto di tutto per assicurarsi che fosse chiaro il concetto. Kangi Lugola, il ministro dell’Ambiente del Paese, ha emesso un avvertimento in sede parlamentare: “Il governo continuerà con la realizzazione del progetto che vi piaccia o no, e coloro che opporranno resistenza saranno incarcerati”.
Quarant’anni fa la riserva naturale Selous ospitava circa 110mila elefanti, al tempo si stimava che fosse la più grande concentrazione del continente. Nel 1982 l’Unesco ha riconosciuto il valore della riserva e della sua vasta popolazione di pachidermi, inserendola nella lista dei patrimoni dell’umanità. Ciononostante da allora il bracconaggio nell’area è cresciuto esponenzialmente, causando un rapido declino della fauna nella riserva. Tra le specie più colpite ce ne sono di estremamente rare come il rinoceronte nero, l’elefante, il licaone e l’ippopotamo.
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Per di più 17 compagnie locali si sono aggiudicate un bando per sgomberare 1.500 chilometri quadrati di terreno, abbattendo circa 2,6 milioni di alberi, per un valore di 62 milioni di dollari. Un’area due volte la superficie di Berlino sarà disboscata e sparirà sott’acqua a causa della costruzione della diga della gola di Stiegler.
È innegabile che la Tanzania abbia bisogno di energia per far crescere le industrie locali, ma la perdita di parte della preziosa riserva naturale Selous è un prezzo da pagare molto alto.
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