Dopo la non convalida dei trattenimenti dei 12 migranti di Egitto e Bangladesh, l’elenco dei Paesi sicuri viene definito per legge.
Riace vince il ricorso al Tar: può tornare ad accogliere e proteggere i migranti
Il Tar della Calabria accoglie il ricorso di Riace e riammette il comune nel sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Era stato escluso a ottobre quando sindaco era Mimmo Lucano.
Riace torna a far parte del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il Tar della Calabria ha accolto il ricorso del comune di Riace, contro il provvedimento con cui lo scorso ottobre il ministero dell’Interno aveva escluso il comune calabrese, che aveva dato vita a una esperienza di “sprar diffuso”, in seguito all’inchiesta sui fondi ministeriali che aveva coinvolto il sindaco Domenico Lucano.
Vittoria per Mimmo Lucano. Il comune di #Riace ha vinto il ricorso contro la decisione del ministero dell’Interno di escluderlo dal sistema Sprar. https://t.co/PtWzHDu2kB
— Lettera43 (@Lettera43) 21 maggio 2019
Il Tar di Reggio Calabria ha rilevato nelle decisioni del ministero dell’Interno una “manifesta contraddittorietà” tra la prosecuzione autorizzata in un primo momento e la successiva revoca: in sostanza, prima il Viminale ha prorogato il finanziamento per un triennio non avendo rilevato alcune criticità nella gestione dei fondi del triennio precedente; poi lo scorso ottobre invece aveva revocato i fondi proprio sulla base di “criticità afferenti al precedente triennio” senza neanche dare un termine per mettersi in regola.
La sentenza del TAR che annulla l’esclusione di #Riace dallo SPRAR conferma che si trattava di una decisione politica e che la migrazione può essere vissuta come un’opportunità, che può portare sviluppo, crescita e qualità della vita ai territori interessati
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) 21 maggio 2019
Secondo il Tar questa contraddittorietà del comportamento del Viminale è fatto grave, se davvero al ministero avevano modo di ritenere che ci fossero delle criticità gestionali: “Averne autorizzato la prosecuzione, lasciando la gestione di ingenti risorse pubbliche in mano ad un’amministrazione comunale, per quanto ricca di buoni propositi e di idee innovative, ritenuta priva delle risorse tecniche per gestirle in modo puntuale ed efficiente, appare fonte di danno erariale”. Il Tar ritiene invece “che i riconosciuti ed innegabili meriti del ‘sistema Riace’ abbiano giocato un ruolo decisivo nel ritenere superate (e non penalizzanti) le criticità rilevate nel precedente triennio” che però a quel punto non avrebbero potuto più essere prese in considerazione successivamente per una revoca.
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