La temperatura media sulla superficie delle oceani ha battuto un record il 1 aprile scorso. Il dato a raggiunto infatti i 21,1 gradi centigradi, superando in questo modo il massimo storico di 21 gradi che era stato raggiunto nel marzo del 2016. A riferirlo è stata la National oceani and atmospheric administration (Noaa) americana, che conferma così l’inquietante tendenza provocata dal riscaldamento globale.
Il ruolo degli oceani per gli equilibri climatici è fondamentale
Dagli anni Settanta, infatti, che gli oceani di tutto il mondo non smettono di vedere aumentare la temperatura della loro superficie. “La CO2 – ha spiegato su Twitter il climatologo francese Christophe Cassou – si accumula nell’atmosfera e negli oceani, e assorbe anno dopo anno il calore indotto dall’effetto serra provocato dalle attività umane. Secondo il Rapporto speciale dell’Ipcc (il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici https://www.lifegate.it/cambiamenti-climatici-cause-conseguenze, ndr) sugli oceani e la criosfera, i mari assorbono più del 90 per cento del calore in eccesso nel sistema climatico”.
Le CO₂ s'accumule dans l’atmosphère & l’océan, stocke année après année la chaleur induite par l'effet de serre additionnel du a l'influence humaine. Record de température en ce début d'avril alors même qu'#ElNino n'a même pas commencé. 2023 s'annonce extrême [dans le Top3 🥵] pic.twitter.com/PG8gRdLCiQ
Di conseguenza, esattamente come accade sulla terraferma, le ondate di caldo eccezionale si verificano anche in mare. E negli ultimi 40 anni sono diventate più intense e due volte più frequenti rispetto al passato. Il che comporta conseguenze per gli ecosistemi, per la fauna e per i coralli: “Il riscaldamento degli oceani conduce intere specie, come nel caso delle meduse, delle tartarughe o degli uccelli marini, a risalire di 10 gradi di latitudine verso i poli. Ciò comporta impatti sulla presenza di pesce in certe zone e dovrebbe portare ad una riduzione della presenza nelle regioni tropicali”, spiegava nel 2016 l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Uicn).
Livelli mai raggiunti dal 1981
Ma l’aumento della temperatura degli oceani moltiplica anche i rischi di eventi meteorologici estremi, soprattutto nelle aree della Terra più soggette a tali fenomeni. Più l’acqua è calda, infatti, più è carica di energia. E quest’ultima può provocare l’insorgere, ad esempio, di un numero più alto di uragani, nonché una maggiore intensità di questi ultimi.
“La traiettoria attuale – ha commentato il climatologo Matthew England al quotidiano inglese The Guardian – mostra una tendenza a frantumare i record precedenti”. Il picco del 1 aprile, inoltre, è stato seguito da una temperatura media rimasta costantemente attorno ai 21 gradi tra il 6 e il 26 aprile, ovvero qualche decimo di grado in più rispetto alla media registrata in tutti gli anni precedenti a partire dal 1981, quando sono state avviate le osservazioni satellitari.
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Non era mai accaduto che la temperatura media globale in un intero anno solare fosse di oltre 1,5 gradi centigradi superiore ai livelli pre-industriali.