Per il decimo anno consecutivo, le temperature in Italia nel 2023 sono state superiori alla media storica.
In particolare le temperature minime hanno registrato un’anomalia di 1,2°C, un record assoluto.
Rispetto al 2022 ha piovuto di più, ma la pioggia violenta e improvvisa ha creato alluvioni devastanti, e la siccità è meno grave, tranne che in Sicilia e alcune zone della Calabria e della Sardegna.
Per il decimo anno consecutivo, le temperature in Italia nel 2023 sono state superiori alla media storica, ma questa volta con un record assoluto di +1,2 gradi Celsiud (°C) di anomalia rispetto alle minime. Sotto i livelli medi anche le precipitazioni, anche se in aumento rispetto all’anno precedente, e questo ha influito sulla questione siccità, che nel 2023 è stata meno grave rispetto al 2022, seppure con gravi problemi registrati a livello locale in particolare in Sicilia e in parte della Calabria Ionica. I dati del nuovo report del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, composto dalle Ispra e Arpa regionali, “Il clima in Italia nel 2023” consentono di caratterizzare il clima del Paese, distinguendo bene tra trend ormai assodati, come quello dell’aumento delle temperature, e oscillazioni annuali dovuti in parte anche alle condizioni meteorologiche contingenti, come il colpo di coda delle precipitazioni nell’anno passato.
Il dato che più colpisce a primo impatto è che mai sono state così alte in Italia le temperature minime giornaliere: +1,20°C l’anomalia registrata nel 2023, la più elevata della serie storica. E mentre salgono i valori di quelle più basse, lo scorso anno risulta il secondo, con un’anomalia di +1,14°C, per temperature medie rispetto al valore climatologico del periodo 1991-2020, dopo il record di +1,23°C del 2022. In assoluto, il 2023 è il decimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto alla media. Ottobre è stato il mese relativamente più caldo: con un impressionante +3,27°C sopra il valore climatologico ha segnato il punto più alto della propria serie mensile dal 1961. Marcate anomalie superiori a +2°C si sono registrate anche a luglio e settembre.
🔴In diretta presentazione #RapportoSNPAClima. Il presidente Snpa Stefano Laporta: “Il 2023 in Italia è stato il secondo anno più caldo della serie storica e il decimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto alla media”. ➡️https://t.co/v5SuD9TJMmpic.twitter.com/2lrWzEYVsE
In estate l’Italia è stata investita da intense onde di calore, con le temperature di 48,2°C registrate il 24 luglio a Jerzu e Lotzorai, nella Sardegna sud-orientale, massimo assoluto mai registrato in Sardegna, inferiore di 0,6°C al record europeo di 48,8°C registrato a Siracusa l’11 agosto 2021. Analogamente alla temperatura dell’aria, la temperatura superficiale dei mari italiani nel 2023 si colloca al secondo posto della serie storica, con un’anomalia di +0,9°C rispetto alla media climatologica 1991-2020.
Almeno sono in ripresa le precipitazioni, ma…
Dopo il grave deficit del 2022 (–22 per cento di pioggia caduta), le precipitazioni cumulate annuali in Italia nel 2023 risultano quasi nella media con “solo” un -4 per cento rispetto al periodo 1991-2020: insomma, non c’è comunque da restare tranquilli. Anche perché la pioggia non è stata costante, tutt’altro: c’è stata una prevalenza di anomalie negative mensili durante l’anno, persistenti da luglio a dicembre al Sud e Isole, mentre i mesi più piovosi come maggio (+143 per cento) e giugno (+77 per cento) hanno registrato piogge troppo intense e copiose da poter essere assorbite tranquillamente da terreni spesso secchi e dissestati.
E infatti nei mesi in questione particolarmente disastrose sono state le alluvioni che hanno colpito l’Italia centrale: ricordiamo quella di maggio nei territori centro-orientali dell’Emilia-Romagna, che ha causato 17 decessi, piene eccezionali, migliaia di frane e danni gravissimi ed estesi su tutto il territorio. E poi quella del 2 novembre in Toscana, con forti temporali hanno fatto registrare quantitativi di pioggia eccezionali, con cumulati massimi puntuali fino a 180-200 mm in 3 ore sulle zone settentrionali delle province di Pisa e Livorno, esondazioni che hanno interessato importanti aree commerciali e molte zone residenziali e causato otto vittime. Le precipitazioni eccezionali in Emilia-Romagna e Toscana, come quelle particolarmente scarse in Sicilia e in parte della Calabria ionica, sono emblematiche di un’estremizzazione del clima mediterraneo.
La siccità è sempre dietro la porta
La siccità e i conseguenti problemi di severità idrica hanno continuato a interessare l’Italia nel corso del 2023, sebbene in maniera differenziata rispetto alla situazione critica riscontrata nel 2022, racconto il rapporto Il clima in Italia nel 2023. Infatti, dopo il minimo storico di risorsa idrica registrato nel 2022, cioè 67 miliardi di metri cubi – circa la metà del valore medio del trentennio climatologico 1991-2020 – la disponibilità di risorsa idrica naturale è in ripresa in Italia nel 2023, stimata in 112,4 miliardi di metri cubi. Che equivale comunque a una disponibilità di risorsa idrica ancora inferiore del 16 per cento rispetto al valore medio 1991-2020.
In particolare, i territori del nord e centro Italia nei primi quattro mesi dell’anno sono stati caratterizzati da situazioni di siccità severa ed estrema che si sono andate attenuando nel corso del 2023. Negli ultimi tre mesi dell’anno, che generalmente risultano i più piovosi, si è registrato, in particolare, in Sicilia e in parte della Calabria ionica, ma anche in Sardegna, un consistente deficit di precipitazione, che ha determinato una condizione di siccità estrema. Che in molti casi, e in particolare in Sicilia, persiste ancora adesso, quando ormai abbiamo già scavallato la prima parte del 2024.
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