La tempesta Boris si abbatte sull’Europa centrale. Almeno otto i morti

La violenta tempesta Boris ha colpito Romania, Polonia, Austria, Slovacchia e Repubblica Ceca, con piogge torrenziali e inondazioni.

Le previsioni meteorologiche l’avevano anticipato: nel fine settimana l’Europa centrale doveva prepararsi al passaggio di una tempesta di violenza estrema. Soprannominata Boris, la depressione ha colpito in particolare Romania, Polonia, Austria, Slovacchia e Repubblica Ceca, lasciando dietro di sé città inondate, fiumi esondati, giganteschi danni materiali e almeno otto morti.

In Romania sei vittime accertate dopo il passaggio della tempesta Boris

Dal punto di vista delle vittime, è la Romania la nazione che ha pagato il prezzo più alto. I soccorritori inviati nelle zone più colpite dalla tempesta hanno ritrovato dapprima i corpi senza vita di sei persone nella regione sud-orientale di Galati, nella quale sono circa seimila le persone in difficoltà. Altre due vittime sono state confermate poi nella giornata di domenica. Almeno 700 case sono state distrutte nella cittadina di Slobozia Conachi.

Un villaggio inondato in Polonia dopo il passaggio della tempesta Boris
Un villaggio inondato in Polonia dopo il passaggio della tempesta Boris © Sergei Gapon/Afp/Getty Images

Centinaia di persone sono state evacuate e accolte presso vicini di casa o in strutture temporanee. L’acqua ha allagato numerose abitazioni, arrivando ad abbattere dei muri e trascinando con sé tutto: “Perfino forno, frigorifero e lavatrice sono stati portati via”, ha raccontato una donna all’agenzia Afp.

Un morto e località isolate in Polonia

In Polonia il primo ministro Donald Tusk ha riferito nella mattinata di domenica di una persona morta annegata, nella regione di Klodzko, situata verso il confine con la Repubblica Ceca. È proprio la porzione sud-occidentale del territorio polacco quella che ha registrato i danni più gravi. La cittadina di Glucholazy, situata proprio alla frontiera, ha visto crescere improvvisamente il livello del fiume Biala, che è quindi esondato allagando il centro urbano. L’acqua ha superato le dighe e danneggiato un ponte, sommergendo l’intero centro storico e i quartieri limitrofi. Il municipio ha di conseguenza invitato d’urgenza la popolazione a fuggire.

Evacuazioni sono state ordinate anche poco più a Est, a Ladek Zdroj, prima che il villaggio risultasse irraggiungibile. Il governo polacco ha anche annunciato l’utilizzo del sistema Starlink per garantire la connessione a internet satellitare nelle zone nelle quali le comunicazioni sono attualmente interrotte. È stato inoltre disposto l’invio dell’esercito; migliaia i salvataggi effettuati dai vigili del fuoco.

In Austria in una notte il quadruplo della pioggia attesa in un mese

Nell’Austria nord orientale un pompiere è morto nel corso di un intervento, secondo quanto riferito dalle autorità regionali. Il traffico ferroviario è stato interrotto a partire dalla serata di sabato per il passaggio della tempesta Boris, e anche una linea della metropolitana di Vienna è stata parzialmente chiusa, così come un’autostrada che raggiunge la capitale.

L’intera regione della Bassa Austria, nella quale vivono 1,72 milioni di persone, ha dichiarato lo stato di catastrofe naturale. Sono più di cinquemila gli interventi effettuati dai soccorritori nella notte tra sabato e domenica. In alcune zone in poche ore è caduta una quantità di pioggia quattro volte superiore a quella che normalmente ci si attende in un mese di settembre.

Tempesta Boris in Repubblica Ceca, quattro persone ancora disperse

Neppure la Repubblica Ceca è stata risparmiata dalla tempesta Boris. Attualmente sono quattro le persone che risultano disperse: tre erano a bordo di una vettura che è caduta in un fiume nella città nord-orientale di Lipova-Lazne. la situazione risulta particolarmente preoccupante in tutta la regione. Le autorità hanno dovuto disporre l’evacuazione della maggior parte della città di Opava, a causa dello straripamento dell’omonimo fiume che la attraversa. Secondo quanto riferito dalle autorità locali, inoltre, circa 260mila persone risultano attualmente private dell’erogazione di energia elettrica.

Numerosi gli interventi effettuati anche in Slovacchia, in particolare nella città di Stupava, situata al confine con l’Austria, a pochi chilometri dalla capitale Bratislava.

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